Skip to main content

Archivi:

Mese: Marzo 2022

Semplicemente due

“Mentre tornavo a casa, mi sono chiesto cosa diresti se sapessi che ero diventato un insegnante, anche se era solo per un giorno. Secondo me penseresti che è impossibile che una persona in ritardo spieghi qualcosa agli altri. Però mi sa che invece è possibile, mamma, potresti venire a vedermi a scuola se decidi di tornare”. Chris, il ragazzo che abbiamo conosciuto nel romanzo precedente “Semplice la felicità”, da qualche tempo convive con Chloé ma non ha smesso di rivolgersi dentro di sè alla madre che lo ha abbandonato per raccontarle quello che gli succede, quello che è in grado di fare autonomamente e soprattutto del bambino che lui e Chloé stanno aspettando. Nello scorrere delle pagine ritroviamo le sue incertezze, i mille interrogativi su questo bambino e sulla loro capacità di amarlo e accudirlo. Troviamo anche le persone che gli stanno intorno e gli vogliono bene, ognuno alla sua maniera, a cominciare dal padre di Chris che, anche se tardi, ha scoperto di non poter fare a meno della relazione con il figlio da cui era fuggito per paura della sua disabilità.

La conferenza degli animali

Il romanzo racconta di quando, stufi delle guerre, gli animali decisero di intervenire e di come riuscirono a convincere i potenti della terra a siglare un accordo che diceva, fra l’altro: “1. Tutte le frontiere saranno eliminate […] 2. I soldati e le armi di ogni tipo saranno aboliti. Non ci saranno più guerre. […] 5. In futuro, i dipendenti dello stato meglio pagati saranno gli insegnanti. Educare i bambini e farne dei veri uomini è il compito più alto e diffide che ci sia”. Un libro sull’importanza del dialogo e della tolleranza scritto su sollecitazione di Jella Lepman con l’intento di far capire che attraverso i libri e la lettura è possibile salvare i bambini e costruire ponti che li uniscano. Kästner era un pacifista e un oppositore del regime nazista, tanto che i suoi libri furono bruciati perché “contrari allo spirito tedesco”. Dopo la guerra fu un convinto rappresentante del movimento per la pace.

Una rivoluzione di carta

“Con la guerra è scomparso il mondo del prima, e io speravo che la pace me lo restituisse. Invece non è successo. Forse perché l’invincibile nazione ha perso. Dev’essere così, dev’essere questa la regola che non mi avevano insegnato a scuola: la pace restituisce il prima solo alle nazioni che hanno vinto. Gli sconfitti invece sono condannati a questa vita di macerie”. Immaginando l’incontro fra un bambino tedesco sopravvissuto alla guerra e Jella Lepman, l’autrice ne racconta la storia ai ragazzi dal suo rientro in Germania fino all’inaugurazione della Mostra internazionale del libro per ragazzi che fu “una vera rivoluzione. Forse non salverà materialmente la vita delle persone, ma potrà cambiarla. È come … un seme piantato in un terreno fertile: è impossibile che non dia buoni frutti”.

La fioraia di Sarajevo

“Un giorno di febbraio del 1992, prima dell’inizio della guerra in Bosnia […] conobbi una fioraia di una certa età”. Dopo quel primo incontro, l’autore tornò a Sarajevo più volte e trovò la donna sempre al suo posto mentre intorno la devastazione e la sofferenza erano sempre più grandi. In assenza di fiori veri, aveva cominciato a vendere fiori di carta. Incuriosito dalla sua perseveranza, il fotografo le domandò a quale etnia appartenesse. “Mi rispose subito: ”Sono nata a Sarajevo”. Credendo di essere furbo, le chiesi quale fosse il suo nome. E lei mi disse qualcosa che annotai su un foglietto. La fotografai e ci salutammo. Più tardi chiesi a un amico se quel nome che avevo scritto era serbo, croato o musulmano. “Quale nome? – rispose – qui c’è scritto solo fioraia”. Avevo ricevuto la prima lezione”. L’albo racconta di altri incontri fino all’inevitabile scomparsa della donna. Ma è a questo punto che arriva la “seconda lezione: se non lasci alla guerra il potere di cambiare la tua identità e il tuo ruolo, allora hai vinto. Se muori, almeno sei rimasta quella che hai scelto di essere, perché l’identità è una scelta, non una casualità anagrafica, e sei riuscito a difenderla”.

Flon-Flon e Musetta

“Tutto il giorno Flon-Flon giocava con Musetta; ora da un lato del ruscello, da Musetta; ora dall’altro, da Flon-Flon. Ma una sera, leggendo il giornale, il papà di Flon-Flon disse: “Una brutta notizia! Presto ci sarà la guerra”. Il giorno dopo la guerra era arrivata”. E così, dopo la partenza del papà e la costruzione di una siepe di spine, i due piccoli amici furono separati perché stavano dalle parti opposte della guerra e non potevano farci nulla. “La guerra era troppo grande. Non ascoltava nessuno. La si sentiva andare e venire. Faceva un immenso rumore. Accendeva grandi fuochi. Distruggeva tutto”. Pubblicato nel 1995, vincitore del premio Andersen 1996, questo piccolo albo illustrato parla ai più piccoli donando loro speranza ma andrebbe letto anche da tutti gli adulti per farli riflettere.