Albero, tavolo, libro
“La mia migliore amica ha ottantotto anni. La mia migliore amica si chiama Sophie Gershowitz”. È un’altra Sophie che racconta del profondo legame che la lega alla vicina di casa con cui condivide merende, giochi e confidenze. I vuoti di memoria e le distrazioni dell’anziana donna però fanno capire al figlio che non può più vivere da sola ed è tempo che sia assistita adeguatamente in una struttura. Ma Sophie piccola non ci sta e, aiutata da un manuale di medicina, la sottopone a numerosi test per dimostrarne la lucidità. Proprio da uno di questi test che le richiede di ricordare alcune parole dopo qualche minuto, scaturiscono i ricordi di un’infanzia vissuta nella lontana Polonia, segnata da povertà, persecuzioni razziali, distacchi dolorosi fino ad una insperata salvezza. Una salvezza che però non comprende tutta la sua famiglia ma solo lei, la più piccola, unica sopravvissuta allo sterminio.