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Alunni con disabilità, figli di migranti

Il volume propone gli esiti di una ricerca svolta nell’ambito del Comune di Bologna che aveva per oggetto il tema della disabilità intrecciato a quello dell’immigrazione e che ha coinvolto famiglie, scuole e istituzioni educative. I risultati di questo lavoro sono affiancati da alcune riflessioni sulle persone con disabilità e i mondi della migrazione, la diversità e la prospettiva inclusiva e gli impegni educativi e politici.

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Pedagogia speciale: questioni epistemologiche

Una riflessione sul ruolo della pedagogia speciale che anticipa e orienta il dibattito educativo, a partire dall’analisi delle difficoltà e delle diversità per giungere al loro superamento in una rilettura che ne riconosce il valore e la ricchezza per tutti.

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Che cos’è L’occhio sullo scaffale

Il libro e la lettura, anche nella società iconica e multimediale, sono insostituibili occasioni di esperienza e crescita per tutti, adulti e bambini al di là dei differenti modi di fruizioni.

Le pagine dei libri possono essere straordinari veicoli per superare solitudini e situazioni di fragilità, permettono l’immedesimazione e l’immaginazione creatrice e, se è vero che il primo diritto del lettore secondo Daniel Pennac è proprio la possibilità di non leggere, tutti gli altri nove ci ricordano l’opportunità unica che il libro costituisce: “la lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire”.
Questa sezione del nostro sito vuole essere uno scaffale virtuale dove scoprire, o ritrovare, suggerimenti per letture stimolanti che permettono di esplorare e/o approfondire territori non sempre conosciuti.

Troverete quindi le recensioni delle più recenti pubblicazioni sul tema della disabilità e della diversità cui man mano verranno affiancate quelle di altri libri interessanti anche se usciti negli anni passati.

Troverete non solo la segnalazione di saggi o testi di taglio scientifico ma anche quella di autobiografie e di testimonianze che raccolgono le voci di chi è direttamente coinvolto e vive in prima persona situazioni di difficoltà.

Un ampio spazio viene dedicato anche ai libri per bambini e ragazzi. Pensiamo infatti che l’incontro con altre storie, uguali e diverse dalla propria, la conoscenza di bambini e ragazzi disabili o con delle difficoltà, può aiutare a confrontarsi con la realtà e tutti i suoi aspetti su un terreno protetto dove potersi sperimentare con la vita vera.

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E’ una parola

“Sentirsi simili anche quando siamo diversi, non preoccuparsi del proprio aspetto” sono le prime riflessioni di questo bell’albo illustrato che ci accompagna in un viaggio tra sentimenti, sensazioni, immagini evocative per giungere a “sentirsi piccoli piccoli in un abbraccio grande grande”. Un viaggio alla riscoperta dell’amicizia, quella vera.

 

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Hank Zipzer e le cascate del Niagara

“Un insegnante è venuto a casa nostra. Ha detto che potrei avere dei disturbi dell’apprendimento. Ha detto che il mio cervello potrebbe essere diverso”. “Siamo tutti diversi” ha detto Papà Pete – è quello che ci rende fantastici”. “Ma che cosa succede se il test dimostra che sono stupido?” “Nipote caro, non c’è niente di stupido in te. Non hai forse costruito quel progetto per la scuola? Non hai capito come costruire il cappello? Non hai sorpreso tutti quanti i miei amici alla sala da bowling? Tu sei un vincente, Hank”.
Hank frequenta la quarta elementare, è socievole, intelligente e creativo ma ha molte difficoltà quando deve impugnare la penna. Difficoltà non comprese dalla sua insegnante, la severissima signorina Adolf, che gli assegna un tema di cinque paragrafi sulle vacanze estive. Hank troverà una soluzione geniale per aggirare l’ostacolo che ha però esiti disastrosi se non fosse per la presenza del maestro Rock con cui deve passare il periodo di punizione.
Divertente e realistica, la storia di Hank riprende anche quella del suo autore, più noto come Fonzie, che ricorda “quando ero un ragazzo a New York City nessuno sapeva cosa fosse la dislessia. Mi dicevano che ero stupido e pigro, e che non sfruttavo le mie potenzialità. Era senza dubbio doloroso. Passavo la maggior parte del tempo a nascondere il fatto che leggere, scrivere, imparare l’ortografia, la matematica, le scienze –  praticamente tutte le materie tranne il pranzo – era realmente molto, molto difficile per me”.

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Canguro Papini

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