Tino e Tano alla riscossa!
Nuove avventure per Tino e Tano, i due bricconi che non si arrendono di fronte alle avversità. Tra furti di quadri e di registratori di cassa, le provano tutte pur di riuscire nei loro piani. Ma senza fortuna: l’ispettore Joe li scopre e li cattura sempre. L’albo è stampato con la font leggimigraphic che ne permette l’accesso anche a chi ha difficoltà di lettura.
Giorgio super pinguino costruisce Aldo, cane cartonato
Mescolando fumetto, narrativa e illustrazione, l’albo racconta le avventure di Giorgio, un piccolo pinguino che non sta mai fermo e ama costruire ogni sorta di oggetti, in questo caso un cane di cartone che non gli dà però grandi soddisfazioni. L’albo è stampato con la font leggimigraphic che ne permette l’accesso anche a chi ha difficoltà di lettura.
L’angolo
È bello avere un angolino tutto per sé pensa il piccolo corvo quando si ritrova nel cantuccio vuoto di una stanza. Ma in quello spazio non c’è nulla, è troppo vuoto. Così pian piano aggiunge degli oggetti, una pianta, libri, una lampada… trasforma quello spazio nella sua casa. Ma manca sempre qualcosa… Un bell’albo dal formato lungo e stretto e dal finale inaspettato che suggerisce che abbiamo bisogno gli uni degli altri.
L’errore
Il libro è “un’indagine personale e una raccolta di riflessioni sul ruolo della normalità come strumento finalizzato a un’esclusione sistematica con lo scopo di etichettare, indebolire e successivamente mercificare le caratteristiche di quelle persone che non rientrano nell’ideale di una norma artificiale […] è un appello a superare questo sistema iper competitivo che basa il successo di alcuni sull’esclusione di tante e tanti, a favore dell’unica alternativa possibile: la cooperazione”.
Lo spazio non è neutro
“Aprirsi a un discorso critico sull’accessibilità non serve solo ad affrontare “i problemi delle persone disabili” (obiettivo comunque di assoluta importanza), ma permette di ripensare alla radice il nostro modo di percepire l’ambiente intorno a noi. L’esercizio di chiedersi “come se la caverebbe una persona con disabilità in questo spazio?” consente di leggere in un marciapiede, un semaforo o un annuncio vocale in stazione le conseguenze di una lunga catena di scelte fondate su determinate idee, per lo più implicite e probabilmente abiliste, riguardo a quali corpi-menti sono “previsti”, legittimi o prioritari, e quali no. Una riflessione sul messaggio che trasmettono i luoghi delle città, luoghi pensati per corpi e menti standard pur nell’affermazione della non discriminazione e dell’inclusione.