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Autore: Annalisa Brunelli

Affrontare la malattia e il lutto

“Il fatto che i bambini affrontino la morte diversamente dagli adulti non significa che non la affrontino e non la patiscano, e non esonera gli adulti dal compito di rispondere alle loro domande e di accompagnarli nei loro ragionamenti. Basterà lasciare al bambino il tempo per fare domande, anche se le domande ci possono sorprendere, ci appaiono bizzarre, magari irriverenti”. In prospettiva psicoanalitica, la raccolta di scritti aiuta ad affrontare un’esperienza traumatica quale la morte di una persona cara o la malattia e l’ospedalizzazione, dando utili suggerimenti per i bambini e anche per i loro genitori.

Non tanto diversi

Una riflessione sulle potenzialità dei centri diurni per adulti con disabilità complesse che, come sottolinea Andrea Canevaro, “possono essere percepiti come luoghi dove vanno coloro che hanno una condizione di gravità accertata, senza cambiamenti previsti e prevedibili. Per questo, per qualcuno, le persone con tali condizioni vanno a finire nei Centri. Questo libro ci dice che non è sempre così. Un Centro può essere un luogo dove si continua, passando dall’integrazione (nella scuola, nel percorso formativo) all’inclusione (nell’ecosistema vasto, con un progetto di vita che incrocia e si coordina con tanti altri progetti di vita)”.

Pedagogia Speciale e formazione degli insegnanti

 

Un’analisi storica e scientifica del ruolo della pedagogia speciale nella formazione degli insegnanti, chiave di volta per una scuola realmente inclusiva e di qualità, e una riflessione sull’impulso che questa disciplina può dare alle politiche scolastiche e sociali.

Apnea

Ci sono voluti due anni e mezzo per descrivere il passaggio di una vita. Dalle gambe a senza. Da un orizzonte a uno più basso. Cambi di prospettiva. Dalla musica di una chitarra suonata con le dita, al suono della tastiera di un computer. Battute. Una parola dopo l’altra. Trenta mesi di apnea.
Tra i dodici finalisti al Premio Strega, Amurri, che ha passato l’inverno a presentare la sua storia in giro per l’Italia, dice “Ho cominciato a scrivere per me. Non pensavo che sarebbe venuto fuori un libro. Quando ho finito l’ho mandato agli editori per sapere se fosse degno. Non pensavo di pubblicarlo. Qualcuno non mi ha risposto, Sandro Veronesi invece l’ha fatto subito. E’ cominciata così. Finché un giorno non mi è arrivato lo scatolone con i libri. E’ stato incredibile”.
 

Quando tornerai

“Stamani mi sono alzato all’alba per venire da te (e sai quanto amo dormire), perché giustamente sospettavo che più tardi camera tua  sarebbe stata sotto assedio. Mi sono seduto sul mio angolo di letto e ti ho letto le pagine sportive. Ti ho raccontato degli ultimi giorni e massaggiato le mani, ormai sono diventato bravissimo. Sia lodata la vasellina! Comunque, le tue dita non sono più rigide e fredde, e a volte mi sembra che tu risponda al mio tocco. Come oggi. Ero talmente sicuro che mi stringessi le mani che mi sono piegato su di te per guardarti negli occhi. O almeno guardare la minuscola fessura che generosamente ci concedi. I tuoi occhi erano immobili e fissi come quelli del pupazzo di un ventriloquo. Sì, Hannes, mi ricordi il pupazzo di un ventriloquo, perché mi parli ma non dici nulla. Eppure io ti sento lo stesso. Forte e chiaro. Però quando osservo i tuoi occhi che guardano senza vedere, il sospetto che tu stringa le mie mani svanisce all’istante. No, non stringi nessuna mano. Così come non sogghigni, ma la speranza è l’ultima a morire. Quando ho guardato il vecchio castagno davanti alla finestra mi sono accorto che le foglie stanno ingiallendo. Fa caldo e c’è il sole, ma l’autunno sta già annunciando il suo arrivo. I giorni volano e la vita passa e tu non la vedi. Tu non la vedi”.
Per  un anno, Uli scrive il resoconto della sua vita sotto forma di lettere che poi legge ad Hannes, immerso in un coma senza uscita, nel suo letto di ospedale. Con intensità e partecipazione ma anche con leggerezza e ironia, il romanzo racconta la profondità di un’amicizia e il dolore del distacco e della perdita.