Dove crescono i cocomeri
“All’inizio avevo sperato di poter sistemare tutto ciò che non andava nella mamma, aiutandola a ricordare come dovesse farci da madre … e ora eccomi, senza nemmeno una mamma. Solo che, mi resi conto mentre il miele si scioglieva sula lingua, le cose non stavano proprio così. Pensai alle braccia della nonna intorno a me […] e pensai alla signora Lorena […] e pensai alla signora Amanda, he domenica mattina mi aveva avvolto tra le braccia come se fossi sua figlia […] E tutte quelle mamme – e probabilmente pure quelle che non avevo ancora scoperto di avere – avrebbero vegliato su di me, ogni volta che ne avessi avuto bisogno in attesa che la mia fosse pronta a tornare la madre di cui avevo bisogno”. E’ Della, una ragazzina alle soglie dei suoi tredici anni, a raccontare di un’estate caldissima quando si ritrova a fare i conti con una nuova, pesante manifestazione della schizofrenia della madre, di cui si sente responsabile e che vorrebbe guarire con le sole sue forze. Dovrà imparare ad accettare la fragilità della madre e la sua impotenza ma capirà che non è sola.


“Evan e il suo cane facevano tutto insieme […] ma ciò che amavano sopra ogni cosa era lavorare nel magnifico giardino di Evan. Qualunque cosa vi piantassero cresceva grande e bellissima come il cielo sopra di loro”. Un giorno però il cane muore e la vita di Evan va in pezzi, non sopporta più di vedere quel bel giardino che prima curavano insieme e, preso dalla rabbia e dalla disperazione, distrugge tutto. Ma quando, fra le erbacce, spunta il germoglio di una zucca, lo lascia crescere e se ne prende cura. Sarà il segno di un nuovo inizio e di nuove possibilità.
Senza bisogno di parole, l’albo racconta il tempo che passa, mostrando pagina dopo pagina la vetrina di una libreria il cui contenuto cambia con il passare degli anni, come cambiano i proprietari e i negozi vicini. Davanti alla vetrina vediamo carrozze, poi auto di modelli sempre diversi mentre cambiano anche i vestiti dei passanti e dei librai. Vediamo anche soldati con divise diverse che segnano il passaggio di guerre devastanti e l’ombra delle persecuzioni. Un albo da sfogliare più volte alla ricerca di nuovi particolari, un atto d’amore nei confronti dei libri e di chi della loro cura ne ha fatto un mestiere.
“Un rifugiato è una persona, proprio come te e me”. Si apre così questo albo illustrato rivolto ai ragazzini più giovani cui cerca di spiegare perché tante persone se ne devono andare dai loro paesi e le sofferenze che devono affrontare per trovare un posto sicuro in cui vivere. Un modo semplice e diretto per rispondere alle tante domande che i bambini si fanno.
“Io ce l’ho sì il coraggio di parlare a voce alta. Ma non voglio […] non mi piace gridare e fare baccano. E non puoi gridare contro il tuo maestro. “Bisogna far sentire la propria voce – dice lui – è importante saperlo fare nella vita”. Non possono essere gli altri ad ascoltare meglio, invece? – chiedo”. E’ la piccola protagonista che racconta in prima persona il disagio che prova quando le viene richiesto di partecipare di più alla vita scolastica e familiare mentre a lei piace stare in silenzio e immergersi nella lettura. La visita all’acquario le offrirà l’occasione di farsi valere e le darà la chiave per spiegare al maestro come si sente.