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Mese: Marzo 2023

L’età di mezzo

Quattro amiche cresciute insieme, che più di una volta hanno dovuto affrontare il tema proposto dalle insegnanti e rispondere alla stessa domanda: cosa vuoi fare da grande? Sogni, desideri di bambine che si scontrano con il tempo che passa, un corpo che cambia e tutte le insicurezze e le paure che il crescere porta con sé.

Accompagnare le perdite

Cinque brevi storie illustrate, realizzate da studenti e studentesse del corso di laurea in Scienze filosofiche e dell’educazione dell’Università di Ferrara, nel corso del Laboratorio universitario “Uno sguardo al cielo”, raccolte in cofanetto. Attraverso la relazione fra una gatta e un merlo e le storie che questo le racconta, le storie offrono uno strumento per accompagnare i più piccoli nell’elaborazione delle perdite.

Diverso – Handicap

“A pensarci bene, l’orchestra è un esempio perfetto di ciò che è diverso, perché non mette a confronto uno strumento con l’altro” dice Fabrizio Acanfora mentre Iacopo Melio sostiene che “dovremmo indossare delle lenti magiche per smettere di vedere e nominare l’handicap”. Due libretti sottili per la collana Scatoline che racconta delle parole, in questo caso Diverso e Handicap, senza spiegarle o definirle una volta per tutte perché, come dichiarano i curatori “le parole sono libere, ed è da come le usiamo che possiamo capire di volta in volta cosa vogliamo dire”.

Alfabeto della diversità

Sono ventuno le lettere dell’alfabeto italiano cui l’autore fa corrispondere altrettante parole partendo da A come amore per arrivare a Z come zelo, passando da tutte le altre “associate ai luoghi della memoria, ai valori dell’essere, ai posti reali o fantastici della conoscenza. Esploreremo una zona di confine incerta, dove i margini tra identità e differenza, tra uguaglianza e difformità sono sottili e sfumati. Sono migliaia le parole del nostro vocabolario, ma sono poche quelle il cui significato può cambiare la vita”.

Alzo gli occhi per dire sì

L’autobiografia dell’autrice, una donna con una gravissima disabilità che la limitava quasi completamente nei movimenti e le impediva di parlare. Visse in istituto per molti anni senza che si capisse che era in grado di comunicare. La sua vivida intelligenza e il suo carattere determinato le hanno permesso di non lasciarsi andare e di continuare a tentare di farsi capire dal personale. Il giorno in cui qualcuno capì che Ruth alzava gli occhi per dire sì fu l’inizio, anche se faticoso, di un cammino verso le relazioni e l’autonomia, un cammino che le ha consentito di lasciare l’istituto e condurre una vita indipendente e di raccontarsi attraverso tabelle comunicative e movimenti del viso.