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Mese: Giugno 2016

Essere o apparire

“Sono la cosa più diversa da me che tu possa immaginare” dichiara in apertura la bambina protagonista di questo albo illustrato che, senza bisogno di molte parole, sollecita una riflessione sull’identità e l’unicità di ciascuno e sulla necessità di non fermarsi mai all’apparenza.

Il piccolo orso bianco

Un orsacchiotto bianco fa capolino dalla vetrina di un negozio e una bimba ne viene attirata. Un gioco di sguardi da una parte all’altra del vetro che muovono ricordi e fantasie: dov’era prima l’orsetto? Cosa ricorda? Come è arrivato fin qui?

Un trascurabile dettaglio

“Quando sono nato ero diverso dagli altri. Era una differenza piccolissima che si vedeva appena. Così piccola che tutti hanno creduto fosse una parte di me”. Poi il bambino protagonista di questo bell’albo illustrato cresce e la differenza dagli altri si fa più evidente tanto che “ho cominciato a pensare di essere come lui”. Con delicatezza e decisione, la storia aiuta a non confondere la parte per il tutto, invita a non negare la differenza ma a darle meno spazio in modo che “alla fine, gli altri hanno visto me e solo me”.

Dora e il Gentilorco

L’incontro fra Dora, bambina curiosa e attenta, e Franco “un omone balzano dall’aria piuttosto antica” si rivela un’autentica sorpresa: quello che tutti considerano un vagabondo da evitare le regala piccole poesie preziose che la fanno sentire viva e l’aiutano a crescere. Alla morte di quello che lei ama chiamare il Gentilorco per questa sua capacità di rallegrare chi gli sta intorno, sarà lei a raccogliere il testimone e così “la poesia tornò finalmente a rifiorire in ogni angolo della città e poco importava se la gente iniziasse a credere che Dora fosse matta. La sola cosa importante era che la magia di Franco fosse tornata”.

Il guanto di mio fratello

“Al parco le persone li guardano in modo strano: c’è qualcosa in Tabi che attira l’attenzione. Hina si accorge allora che il suo fratellone indossa sempre un guanto molto bizzarro, a cui non aveva mai fatto troppo caso”. E così la bambina decide di trovare il modo per eliminare il guanto ma scopre che ciò che a lei sembra fonte di derisione e allontanamento può essere utile per mille scopi diversi. Un racconto illustrato per parlare ai fratelli e alle sorelle di bambini e bambine disabili e dar voce ai sentimenti ambivalenti che possono provare.