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Mese: Giugno 2016

Leggere senza stereotipi

Nato dal lavoro quotidiano delle autrici, il libro offre una panoramica degli albi illustrati, italiani e stranieri, che affrontano in modo più o meno esplicito le differenze di genere perché “dalle pagine di questi libri, oggetti rassicuranti e familiari, ma al tempo stesso sorprendenti, passa la costruzione dell’immaginario di bambine e bambini nonché la definizione dei rapporti tra i generi, delle relazioni tra individui, dei modelli familiari e dei ruoli di riferimento”. A questa riflessione, affiancano suggerimenti bibliografici e proposte di attività didattiche.

Klaus e i Ragazzacci

Inghilterra, fine anni ’60: è un tredicenne che racconta delle sue giornate e della banda di cui fa parte. Un gruppo di coetanei capeggiati da Joe un poco più grande che li trascina a combinare guai, incitandoli a prendersela con Eustace che considera un vigliacco perchè non è andato in guerra ma ha fatto obiezione di coscienza. Poi, dalla Germania dell’Est, arriva Klaus, che osserva con attenzione il gruppo di ragazzi, partecipa alle loro partite di calcio ma ha il coraggio di affrontare Joe e negargli il suo appoggio. Una bella storia stampata con il font leggimi! che ne permette la lettura anche a chi ha difficoltà.

Arte mai vista

“Attraverso la lente di una macchina fotografica non ho raccontato solo le storie di queste persone, ma anche il loro spirito e la loro personalità, la loro forza e grande dignità, il loro amore per l’arte e la funzione che questa ha nella loro vita”. Le foto e le brevi interviste raccolte in questo volume raccontano di dieci persone con deficit visivo, diverse per età, per tipo di disturbo e formazione ma accomunate dalla passione per la scultura, la musica, il canto.

Gli effetti indesiderati

“Non volevo guarire, non ho mai preteso tanto. Volevo solo avere l’opportunità di vivere, da malato […] per gli altri, non solo i miei cari ma gli altri in generale, era difficile immaginare la mia vita da malato. O la loro vita con un malato. Non sarei stato più normale, come loro […] ma adesso che c’ero dentro anche i pochi dubbi in merito erano spariti: anche essere malati è normale. E’ normale cadere, ragionare a vanvera, soffrire […] non è giusto. Ma è normale. Perché tutto quello che accade, solo per il fatto che accade, è normale”. Al protagonista di questo romanzo, contro ogni previsione e statistica, viene diagnosticato il Parkinson a soli trentadue anni: in un dialogo serrato con se stesso, si trova costretto a fare i conti con le sempre maggiori difficoltà che la malattia porta con sé.

Come accadde che Thomas Leclerc 10 anni 3 mesi e 4 giorni divenne Fulmine Tom e salvò il mondo

Quando Tom, in una sala d’aspetto, trova una storia a fumetti di supereroi, finalmente trova un senso nella sua diversità, nell’impossibilità di esprimere emozioni, nella difficoltà a comunicare con gli altri e nel saper invece risolvere qualsiasi problema l’insegnante gli proponga, dote che lo allontana ancor di più dagli altri. L’autismo non viene mai citato in questo bel romanzo ma è a questo particolare deficit che è inevitabile pensare mentre scorrono le pagine e il ragazzino, proprio come un supereroe, affianca la nonna nel lento avanzare della demenza, dà suggerimenti al padre disoccupato, trova soluzione alla misteriosa morte di Palma e sostiene il compagno ancora in attesa del ritorno della madre morta. Un supereroe speciale in azione per salvare gli altri e, in fondo, anche se stesso.