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Mese: Gennaio 2017

L’isola di noi

“Pensate che cosa potrebbe accadere da domani se ogni neuro tipico si svegliasse al mattino capace di vedere in ogni autistico una persona pensante, un prigioniero che chiede di essere aiutato a conquistare la libertà di una vita vera, la speranza di un futuro percorribile”. Partendo da questo, l’autore, un giovane con autismo, ipotizza l’esistenza di un’isola abitata soltanto da persone autistiche, dove tutto è organizzato in funzione delle loro caratteristiche e delle loro esigenze, di cui propone una visita per mostrarne le principali caratteristiche e attività.

Non insegnate ai bambini

“Non insegnate ai bambini/non insegnate la vostra morale/è così stanca e malata/potrebbe far male”. Le  parole della celebre canzone di Gaber sono state il punto di partenza per una bella avventura a quattro che ha visto lavorare insieme alcuni illustratori italiani che hanno dato immagini e colori ad un testo su cui ancora e sempre gli adulti dovrebbero fermarsi a riflettere.

Un nuovo orizzonte

Grandi tavole illustrate accompagnano il viaggio di un ragazzino che deve affrontare, da solo, il mare e l’ignoto. Parte, fiducioso, anche se non sa quando e dove arriverà né cosa l’aspetta. Non ci sono riferimenti a luoghi e situazioni riconoscibili ma non si può fare a meno di pensare ai tanti ragazzini soli che si trovano a dover lasciare tutto e affrontare un futuro di cui non hanno alcuna certezza.

Un giaciglio per la notte

Médecins sans Frontières, UNICEF, Oxfam, Save the Children sono organizzazioni umanitarie note per la loro coraggiosa azione in favore di popolazioni che hanno perso o che corrono il rischio di perdere tutto. Un’attività, questa, che nell’era del conflitto permanente e delle “guerre preventive” ha assunto dimensioni sempre maggiori. David Rieff racconta in presa diretta come queste organizzazioni si sono allontanate dal principio della neutralità politica, finendo per sostenere l’intervento diretto e armato contro le guerre civili e la pulizia etnica.

Testimoni oculari

In genere gli storici preferiscono ricostruire il passato sulla base di testi e documenti scritti, dati politici, economici o statistici, in alcuni casi testimonianze orali. Ma cosa sarebbe la storia del fascismo o dello stalinismo se non conoscessimo le immagini usate per la propaganda? Quale sarebbe il giudizio su conflitti recenti come il Vietnam senza le testimonianze lasciateci dai reporter di guerra? E risalendo più indietro nel tempo, come potremmo scrivere la storia della vita quotidiana o delle abitudini alimentari dei nostri antenati senza considerare le rappresentazioni visive che ci sono state tramandate?