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Epilessia e pregiudizio

“Una storia dei pregiudizi sull’epilessia che, seppur in misura minore rispetto ai tempi passati, gravano ancora sulla patologia  e su chi ne è colpito. Conoscendo la loro origine sarà più facile, anche alla luce della ragione e delle conoscenze odierne, comprendere che i pregiudizi sono frutti dell’ignoranza del passato e, come tali, non dovrebbero avere più alcun credito”.

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Autismo e iniziazione cristiana

“L’educazione catechetica di Giuseppe sembrava impossibile, era invece soltanto impensabile”: insieme ad alcune considerazioni teoriche e ad alcuni accenni alle problematiche legate ai disturbi dello spettro autistico, il volume racconta la storia di Giuseppe e del suo percorso di catechesi non tradizionale ma “diventata gioco, le preghiere sono diventate canti e danza, la confessione è diventata una festa”.

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Progettare i luoghi senza barriere

Un esame delle criticità ambientali più frequenti e la proposta delle possibili soluzioni nella convinzione che “abbiamo bisogno di una città il meno discriminante possibile, costituita da cittadini consapevoli di una presenza, largamente rappresentata, di soggetti anziani, donne e bambini, tutti e tutte portatori di differenti disabilità ma con pari diritti, quindi una città tollerante che ripropone la reciprocità del rispetto come base del rapporto umano”.

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Primo, non curare chi è normale

“Ho deciso […] di scrivere questo libro, poichè l’attuale, massiccio abuso di farmaci psicotropi negli Stati Uniti rappresenta un pericolo ancora più serio e immediato. La mia speranza è lavorare in due direzioni: innanzitutto dire a chi non ha bisogno di terapia, di starne lontano; poi, incoraggiare quelli che ne hanno bisogno, a sottoporsi a terapia e a non smettere. le mie critiche sono dirette solo contro gli eccessi della psichiatria [ La psichiatria ha bisogno di essere salvata dalla corsa verso un abisso di cui dovrebbe aver paura. La normalità ha bisogno di essere salvata dal tentativo dei poteri forti di convincerci che siamo tutti malati”.

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Rico, Oscar e il Ladro Ombra

“Sono un bambino lento di cervello confondo la destra con la sinistra e quando esco di casa cammino sempre dritto. Vedo poco del mondo e per compensare questa mancanza mi piace curiosare nelle case degli altri dove mi muovo bene perchè non ho paura di perdermi […] Penso, e anche molto, però non molto velocemente. Questo non vuol dire che io sia stupido”. Rico si conosce bene ma questi suoi limiti non frenano la sua intraprendenza e la sua voglia di fare amicizia. L’incontro con Oscar e il suo successivo rapimento lo spingono a indagare e lo porteranno a scoprire l’identità del misterioso rapitore di bambini che sta terrorizzando Berlino.

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Canguro Papini

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