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Ma c’è sempre l’arcobaleno

“Sono pochi i bambini come me qui al campo. Il campo non è un posto per bambini”. Poche righe di testo e grandi disegni per quest’albo che si apre con la riflessione di uno dei tanti piccoli passati per i campi di concentramento e che si chiude su un filo di speranza  “e durante l’appello, sotto l’acqua scrosciante, aspetto che venga  l’arcobaleno […] e, con lo sguardo basso, lo spio nelle pozzanghere ai miei piedi. E sorrido. Appena appena. A Buchenwald non si può”.

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Così fragili, così umani

“La fragilità non deve essere vietata, ma non deve nemmeno essere venerata, idealizzata o resa “romantica”: la miseria e l’handicap provocano terribili sofferenze. Dobbiamo attribuire valore al coraggio di non negarli, di affrontarli, accettando quello che non può essere cambiato e lottando per quello che invece può cambiare. La nostra società nega la morte e la fragilità, fingendo di essere onnipotente. La fragilità esiste, impariamo a conviverci”. Il libro è frutto di un affollatissimo seminario, organizzato dall’Arca di Jean Vanier nel 2011, di cui raccoglie gli interventi.

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Musica, maestra!

Ascoltare, fare, conoscere: tre strade che si intrecciano in questo manuale che vuol essere una guida all’ascolto di brani musicali, propone attività pratiche da condurre a scuola utilizzando la musica come strumento di conoscenza e di educazione alla cittadinanza attiva.

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Tutt’altro che tipico

“Come si fa a mostrare un apprezzamento? Un apprezzamento è un’emozione. E’ un sentimento. Non puoi disegnarlo. Perché la gente vuole che tutti si comportino esattamente come loro? Che parlino come loro. Che guardino come loro. Che si comportino come loro. E se non…Se non lo fai, la gente presume che tu non ti senta come loro. E allora presumono…Che tu non senta niente di niente.”
E’ la voce di Jason, dodici anni, che in questo intenso romanzo ci mostra come vede il mondo e che sensazioni prova un ragazzino con la passione per la scrittura, il desiderio di avere una ragazza, la voglia di comunicare. Ma Jason non è solo questo, Jason è anche autistico e per gli altri è difficile capire cosa prova. Con grande partecipazione e una potente capacità di immedesimazione, l’autrice ci costringe a metterci nei suoi panni e noi sentiamo quello che prova Jason, percepiamo le sue sensazioni e i suoi disagi, fatichiamo insieme a lui alla ricerca delle parole. “Ogni parola che scegli significa qualcosa per te, e altro. Tipo che se una persone è diversa, è una bella cosa. Ma se ha un difetto, non lo è. Parole. Nomi. Lettere”.

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Ignazio che non ci vedeva bene

La storia di Ignazio che ricevette da Babbo Natale un paio di occhialini rossi. Un libro piccino di poche parole che aiuta i bambini a riconciliarsi con un difetto visivo e il fastidio di dover indossare gli occhiali, suggerendo un nuovo modo di guardare le cose.

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Canguro Papini

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