Bufo è un piccolo rospo sgraziato e poco abile, che vive ai margini dello stagno, isolato dagli altri per le sue incapacità. Fino al giorno in cui, incontrato casualmente un gruppo di insetti musicisti, non scoprirà il suo talento e riuscirà ad accettarsi e a farsi accettare per quello che è e non per quello che gli manca.
Una nuova avventura per Rico, il bambino lento di cervello, che confonde la destra con la sinistra e quando esce di casa cammina sempre dritto. Insieme all’amico Oscar, questa volta dovrà scoprire chi costringe la sua mamma a vendere borse contraffatte e perchè eviti l’aitante poliziotto del piano di sopra.
A cosa servono i libri? si domandano i due bambini con il naso all’insù mentre osservano file e file di libri coloratissimi. Tante sono le risposte che, insieme a loro, scopriamo pagina dopo pagina. Un bel libro che, con pennellate di colore e poche parole, sottolinea l’importanza dei libri e della lettura ed è liberamente ispirato al murale che l’autore ha dipinto sulla biblioteca ricostruita di Finale Emilia, dopo il sisma del 2012.
Una raccolta di giochi tradizionali provenienti dalle culture europee, africane e asiatiche che dà la possibilità di approfittare di queste immense risorse che “invitano a mettere in atto delle condotte motorie e a tessere dei legami sociali che l’evoluzione della nostra società industriale ha pian piano escluso dal suo universo ludico. Questo volume si rivolge all’avvenire […]mostrando oggettivamente come i giochi partecipino allo sviluppo del soggetto, sapendo che il piacere del giocatore è strettamente collegato al progetto educativo”.
Era il più piccolo degli “ebrei di Schindler” Leon Leyson che ha deciso di raccontare la sua storia solo molti anni dopo essere emigrato negli Stati Uniti e aver visto il film di Spielberg dedicato all’uomo che aveva salvato la vita non solo a lui e alla sua famiglia ma a più di un migliaio di ebrei. E così insieme a lui ripercorriamo gli anni della sua infanzia in un villaggio della campagna polacca, lo seguiamo nel trasferimento a Cracovia dove il padre ha trovato lavoro e poi via via lo vediamo sempre più limitato dalle leggi razziali, chiuso nel ghetto mentre iniziano le deportazioni. La salvezza sarà nella fabbrica di munizioni dove Schindler riuscirà a tenerlo, insieme a molti altri ebrei, sostenendo il loro essere indispensabili allo sforzo bellico. Anche se da quella fabbrica non uscì mai un solo proiettile.