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Autore: Annalisa Brunelli

Io no! … o forse sì

“E se qualcuno della scuola ci avesse visto insieme? Avrebbe capito della nostra omosessualità? Quello con Mike era un appuntamento? Nel caso, dovevo offrire io? E se Mike non fosse stato davvero gay […] In quel momento mi venne in mente il raggiante sorriso di Mike quando aveva vinto la sfida all’ultima sorsata. Ripensai ai suoi occhi gentili. Lentamente le angosce iniziarono a placarsi  […] Ora ero assolutamente certo, e felice, di essere gay”. Steven ha sedici anni e sta cercando di capire qualcosa di più su se stesso. Dopo aver cercato in mille modi di negare l’evidenza, ritrovandosi in situazioni tragicomiche, riuscirà ad affrontare la realtà senza venirne travolto. Un bel romanzo stampato con particolari accorgimenti che ne agevolano la lettura anche per chi ha difficoltà.

La squadra H e la casa dalle finestre che piangono

Il questore Fariello vorrebbe ristrutturare la questura ma gli unici fondi a disposizione sono quelli per l’adeguamento alle norme contro le barriere architettoniche. In breve, la questura si ritrova dotata di ascensore ma anche di una nuova squadra speciale di cui fanno parte cinque persone con diverse disabilità e molta voglia di agire per risolvere i misteri che girano intorno ad una casa e ad alcuni strani personaggi.

Bum, morto!

“Quando mi fermo un attimo e penso a chi sarei io senza Andrea, sono ancora assalito da sentimenti pieni di conflitti. Ho sempre cercato di immaginarmi senza di lui […] infine ho provato a guardare il mondo con i suoi occhi”. La convivenza difficile con un fratello con una disabilità importante, raccontata con ironia e partecipazione, senza nascondere le fatiche e i disagi ma anche gli spiragli di speranza e qualche risata.

La città sradicata

Cento mappe della città di Milano, realizzate da migranti al primo approdo che fotografano una città diversa da quella che i residenti sono abituati a vedere: una città inclusiva, che mette in relazione ma anche una città che divide, da temere. Un’indagine che permette a chi viene da lontano di appropriarsi della città, rappresentarne la geografia urbana, arrivando a pensarsi come abitante.

Occhio a Marta!

Andrea, tredici anni, racconta in prima persona le sue giornate, la scuola, le amicizie, le relazioni familiari. E racconta anche con grande empatia e naturalezza di Marta, da alcuni anni in classe con lui, che “rimarrà sempre la più piccola […] con Marta il tempo si è fermato. Certo ha quindici anni, ma è come se ne avesse cinque, a volte anche solo tre”.