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Autore: Annalisa Brunelli

Il viaggio di Lea

Lea ha dodici anni e vive con il nonno da quando i suoi genitori sono morti in un incidente di cui non sa farsi una ragione. Piena di domande sul senso della sofferenza e della morte, sui legami affettivi e gli inevitabili abbandoni, Lea parte insieme al gatto Porfirio alla ricerca di risposte. Incontrerà molte persone e avrà modo di riflettere sulle radici, sul futuro, sulla felicità e sulla fine delle cose.

 

Piccole cose così importanti

“La mamma di Christopher doveva fare tutto perché il papà si era allontanato dalle loro vite”. La storia non dice cosa è successo, non sappiamo se il papà è ancora vivo, se si è formato una nuova famiglia. Ma le immagini, accompagnate da poche, significative parole, hanno il pregio di saper raccontare, sia dal punto di vista della mamma sia da quello del figlio, il dolore dell’assenza, la fatica di ricominciare, il desiderio di aprire una nuova pagina, cancellando il passato e insieme dell’importanza dei ricordi e della memoria.

Essere o apparire

“Sono la cosa più diversa da me che tu possa immaginare” dichiara in apertura la bambina protagonista di questo albo illustrato che, senza bisogno di molte parole, sollecita una riflessione sull’identità e l’unicità di ciascuno e sulla necessità di non fermarsi mai all’apparenza.

Il piccolo orso bianco

Un orsacchiotto bianco fa capolino dalla vetrina di un negozio e una bimba ne viene attirata. Un gioco di sguardi da una parte all’altra del vetro che muovono ricordi e fantasie: dov’era prima l’orsetto? Cosa ricorda? Come è arrivato fin qui?

Un trascurabile dettaglio

“Quando sono nato ero diverso dagli altri. Era una differenza piccolissima che si vedeva appena. Così piccola che tutti hanno creduto fosse una parte di me”. Poi il bambino protagonista di questo bell’albo illustrato cresce e la differenza dagli altri si fa più evidente tanto che “ho cominciato a pensare di essere come lui”. Con delicatezza e decisione, la storia aiuta a non confondere la parte per il tutto, invita a non negare la differenza ma a darle meno spazio in modo che “alla fine, gli altri hanno visto me e solo me”.