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Autore: Annalisa Brunelli

Pesce d’aprile

“Perché abbiamo deciso di raccontare la mia/nostra storia? La risposta è : perché, nella malaugurata ipotesi che succeda o sia successo a voi, non sarà la fin e del mondo. Non sarà la fine della vostra vita. Sarà la fine di una vita più facile, forse più spensierata […] Invece di pensare a quello che non potete più fare, pensate a quello che avete in più. Ora non avete forza, la fantasia e la lucidità per vedere cosa c’è in più, ma sicuramente c’è”.  Scritto a quattro mani, il libro ripercorre le tappe che hanno permesso all’autrice, colpita da ictus a pochi giorni dal parto, di riconquistare, insieme al marito e alla figlia, autonomia e indipendenza.

 

Né questo né quello

Erica, Giorgio, Maria, Ayub sono solo alcuni dei protagonisti di questo libro “giusto e sbagliato, alto e basso, brutto e bello … insomma né questo né quello”: poche parole e belle immagini per suggerire che non c’è un unico sguardo, che può essere una donna a riparare motori, che anche un adulto può piangere, che la disabilità non impedisce di vivere.

Reato di fuga

“Poi, un altro giorno, ci si rende conto che il proprio padre è un vigliacco. Si arriva quasi a sperare che sia un assassino, così che la codardia abbia almeno un po’ di senso. Eh, no! Alla fine è solo un vigliacco che si comporta come se non fosse successo nulla. Che non si preoccupa in nessun modo di me, di quello che penso, di quello che sento. Solo lui conta. Conta non andare in prigione, negare l’evidenza. Come i trucchi di un prestigiatore da quattro soldi”. Mentre si dirige a forte velocità verso la casa di campagna in compagnia del figlio quattordicenne, un uomo investe una persona e prosegue la sua corsa. Senza fermarsi, senza cercar di capire cosa è successo. Ma la donna investita, vedova e con un figlio poco più grande, è in coma in ospedale e, al risveglio, non ricorda più nulla. In capitoli alternati la storia viene narrata dal punto di vista dei due ragazzi, in un crescendo di sensi di colpa da parte del più piccolo che sente sempre più forte la necessità di riconoscere la responsabilità di quanto è successo.

Ricker Racker Club

Il club cui fa riferimento il titolo è molto esclusivo e ne possono fare parte solo i maschi (le femmine sono ammesse solo il martedì) che devono compiere ogni settimana almeno un’impresa molto coraggiosa. Così la piccola Poppy assiste da lontano alle imprese dei fratelli e dei loro amici finchè un giorno la loro tartaruga non finisce nei pressi del pericolosissimo Lupo Sonnacchioso. Sarà lei l’unica in grado di salvarla!

 

Arriva la mamma!

Poche righe di testo accompagnano questa piccola storia che sulla doppia pagina mostra, da un lato, un papà che si occupa di preparare la cena, riordinare e giocare con i figli mentre sull’altro vediamo la mamma che torna a casa, dopo una giornata di lavoro. Sono le immagini che indicano ai bambini che i ruoli non sono fissi e che non c’è niente di scontato. E naturalmente, a fine giornata, ci si ritrova tutti insieme!