L’età d’oro
Alla fine degli anni ’40 l’Australia fu colpita da una devastante epidemia di poliomielite che cancellò speranze e sogni di bambini e adulti. I bambini furono ricoverati in sanatori specializzati dove si cercava di aiutarli a recuperare parte della mobilità perduta. Golden Age, che dà il titolo al romanzo, era uno di questi ed è realmente esistito. Anche se i personaggi che popolano le pagine del libro sono immaginari, sono ben reali e veritiere le loro reazioni alla malattia, le nuove relazioni che nascono fra i giovani malati, la difficoltà delle famiglie ad accettare la disabilità dei figli e a credere che anche per loro ci sarebbe stato un futuro.


Dopo un’attento esame della letteratura scientifica che si occupa dello sviluppo linguistico dei bambini non vedenti, il volume analizza il sistema di scrittura Braille e presenta proposte metodologiche per lo studio della lingua straniera e disposizioni particolari per gli studenti privi della vista.
Noto fumettista cinese, l’autore di queste storie, raccontando della piccola Yu’er che ha una disabilità motoria, del suo nonno e dei suoi amici, offre un bello sguardo sulla Cina, la disabilità e le strategie per superarla e affrontare i pregiudizi con leggerezza e ironia.
Il piccolo protagonista del racconto è alle prese con il primo giorno di scuola dell’infanzia. La sua disabilità è fonte di qualche ansia in più per la mamma che lo accompagna e fatica a lasciarlo. Interamente in simboli, il libro vuole accompagnare i bambini in questa nuova esperienza, cercando di dar voce a timori, incertezze ma anche al piacere di nuovi incontri.
La storia di un cucciolo che, in prima persona, racconta della sua breve vita, dell’affetto che lo lega alla sua padroncina da cui non riesce a staccarsi anche dopo l’incidente che, nel salvarla, gli è costato la vita. Una riflessione sulla morte, sui legami che restano, la memoria e la capacità di lasciare andare.