Non tutte le principesse
“Non tutte le principesse abitano in un castello. Non tutte le fate hanno le ali […] ma questo non significa che tu non abbia un regno da governare”. Un albo illustrato che mostra come sia possibile non rimanere confinati nel ruolo che il titolo, l’appartenenza, le competenze sembrano suggerire ma che invece in se stessi si possono trovare le risorse per affermarsi nella propria unicità.


“Ogni giorno giochiamo a schivare i topi, le siringhe, le braci dei falò. Nel villaggio siamo acrobati. Cerchiamo di mantenere l’equilibrio in mezzo ai cavi di rame”. Ispirato a El Gallinero, un insediamento della comunità di Madrid che è stato per tanti anni il cuore della baraccopoli più grande d’Europa, l’albo illustrato dà voce ad un gruppo di bambini che raccontano come vivono con le loro famiglie ai margini delle città.
Partendo dal presupposto che “un bambino con disabilità è innanzitutto un bambino” e dunque ha diritto al gioco e a giocare, l’associazione L’abilità di Milan lavora da anni per garantire tale diritto e offrire ai bambini l’opportunità di sperimentarlo attraverso un luogo, lo Spazio Gioco, dove, insieme ai genitori, si è cercato di costruire una nuova immagine del bambino visto non nei suoi limiti ma nelle sue potenzialità. Il volume propone il percorso di ricerca che ha portato a sistematizzare quanto sperimentato nella pratica e che può cambiare i punti di vista e aiutare a pensare contesti di gioco inclusivi e per tutti.
“questa è la storia del Nannetti, almeno quella che posso raccontare io, su certe cose le informazioni che ho raccolto sono vaghe e incomplete e le carte sono state distrutte o sono andate perse […] Nannetti consegnato, sconsegnato, smarrito tra una stazione e l’altra, uscito dal cortile senza bisogno di tirare la giacca per proteggersi dal filo spinato, senza bisogno di correre nel modo sgraziato in cui corrono i matti”. La storia di un uomo recluso nel manicomio di Volterra dove giorno dopo giorno incise sul muro parole indecifrabili e disegni poi raccolti da un infermiere che si accorge di questo libro di pietra e lo trascrive mentre il muro si sgretola.
Il libro raccoglie alcune fra le esperienze più significative di alcuni educatori (pedagogisti, maestri, scienziati, mistici) che hanno sviluppato un approccio olistico dedicando la vita a crescere bambini e ragazzi più forti e sicuri di sé. Le loro storie permettono di leggere l’educazione in una prospettiva naturalistica o attraverso metodi scientifici, antropologici, spirituali o con una vocazione sociale e relazionale. Rousseau, Pestalozzi, Montessori, Lodi, don Milani, Sai Baba e gli altri di cui si parla, hanno guardato al bambino e al mondo come a una globalità interdipendente e interconnessa, sostenendo l’unicità di ogni individuo nei suoi bisogni e nelle sue abilità fisiche, emozionali, intellettuali e nella capacità di imparare.