“Quando un ippopotamo viene a trovarti non lasciarti spaventare dalle sue dimensioni. Semplicemente abbraccialo e apri la porta molto bene”. Interamente in simboli, l’albo racconta dell’inattesa visita di un ippopotamo e di quello che può succedere se non si tengono presenti alcune semplici regole. Prima di tutto, vanno considerate le sue dimensioni per evitare conseguenze spiacevoli. La visita sarà molto piacevole e, al momento della merenda, non bisogna offrirgli biscotti e patatine ma una gustosa insalata. Quando sarà il momento di salutarsi, guai a farsi vedere tristi. Solo così questo nuovo amico tornerà e la prossima volta forse non sarà da solo!
Una guida pratica per affrontare alcune delle più comuni situazioni problematiche e comportamenti tipici di bambini con Sindrome di Down, fra le competenze adattive e sociali, le capacità di comunicazione e i percorsi di apprendimento. Il libro ne analizza le caratteristiche e propone strategie di intervento avendo sempre presente che quei bambini possono avere comportamenti problematici, ma non sono bambini problematici.
Finalista al Silent Book Contest 2024 – Gianni De Conno Award, l’albo racconta la storia di un dipinto e delle sue mille peripezie. Esposto per strada, verrà acquistato da un bambino che ci si sbizzarrisce inondandolo di colori e saltandoci sopra. Sarà gettato via dalla mamma furibonda e ripescato nell’immondizia per poi essere considerato preziosissimo e rendere molto ricco il fortunato proprietario. Ma sarà davvero fortunato? Un invito non troppo nascosto a cercare la bellezza nelle cose che ci fanno sorridere.
Un albo illustrato scritto su misura per sostenere il progetto della Fondazione Ronald Mc Donald fondata nel 1974 per dare ospitalità e sostegno alle famiglie dei bambini ricoverati in ospedale e ora attiva in 58 paesi. Il racconto segue un piccolo scoiattolo che, al risveglio dal letargo, non si trova bene nella sua tana e va alla ricerca di un luogo in cui potersi sentire accolto e a suo agio. Scoprirà che la cosa più importante è non essere soli. È una storia semplice che si presta a mille significati e mille spiegazioni ma che, fra le righe, fa emergere il bisogno che i bambini ospedalizzati hanno di avere vicino i loro affetti più cari.
“Non mi fraintendete. Il fatto di essere cieca mi sta bene. Meglio così, visto che non ho altra scelta, ma la verità è che non vorrei cambiare, nemmeno se potessi. La cecità fa parte di me stessa, e sono fiera di me stessa […] c’è una quarta domanda che mi fanno spesso, alla quale non ho mai risposto. Probabilmente è quella che mi fanno più persone. È questa: Vorresti poter vedere? Ci ho pensato sopra tantissimo, e ora la risposta è: no, non lo vorrei. La cecità è quello che conosco da sempre. Non capisco nemmeno fino in fondo cosa significhi vedere […] Non so nemmeno cosa potrei desiderare. È come chiedere a un pesce se gli piacerebbe poter volare […] È vero. Non ho mai visto un tramonto, né i fuochi d’artificio, né una luna piena, né la faccia di mia madre. Ma sapete una cosa? Non ne ho bisogno […] Non sono fantastica. Non sono magica. Sono semplicemente me stessa. Semplicemente Maria. E questo mi basta”. Maria frequenta la prima media ed è cieca. Questo non le impedisce di essere autonoma e desiderare di essere trattata come gli altri. Ci riesce benissimo il suo vicino di casa che la coinvolge in diverse sfide e anche nella ricerca della sorellina autistica che non riesce più a trovare. Una sfida più ardua che Maria supererà con successo. Come tutti i libri della collana, anche questo romanzo è stampato con criteri di alta leggibilità.