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Mese: Agosto 2023

La casa di tutti

“Fare una biblioteca non è quindi solo costruire o riadattare un edificio in modo ecosostenibile, non è solo progettare gli interni, perché siano accoglienti […] dobbiamo rafforzare l’idea che la biblioteca è uno spazio pubblico, dobbiamo farla uscire dagli stereotipi che ancora la avvolgono. Ma perché ciò accada è necessario che il progetto sia condiviso con i cittadini, i soli che possono dirci perché ne hanno bisogno e come lo vorrebbero. Spazi pubblici nel senso di “beni comuni” dove i cittadini si impegnano nel definire identità, diritti, regole, cambiamenti. Luoghi che diventano pubblici perché garantiscono la libertà di accesso allo spazio, all’informazione (oggi più che mai capiamo che è un requisito fondamentale per la democrazia), alla nostra memoria storica e collettiva […] La biblioteca non è solo libri, CD, tavoli studio, presentazioni di libri: è prima di tutto un servizio rivolto ai cittadini più deboli, a chi ha bisogno di una buona connessione internet, di un corso di italiano o di inviare un documento alla nostra formalistica e arcigna pubblica amministrazione”.

Testimoni di coraggio

Sono in ordine cronologico, dalla strage di Portella della Ginestra del 1947 fino all’uccisione del giovanissimo Domenico Gabriele nel 2009, le 18 storie raccolte in questo libro perché anche i più giovani conservino memoria di Salvatore Carnevale, Lea Garofalo, Pio La Torre, Graziella Campagna, don Peppe Diana e di tanti altri uccisi da mafia e camorra. “Tante sono le vittime della mafia. Sempre le stesse, invece, le ragioni delle sue azioni violente: il potere e il denaro […] non è stato facile scegliere queste diciotto biografie e questo elenco non ha la pretesa di essere esaustivo” dice l’autrice che aggiunge “La legalità si impara guardando i buoni modelli che gli altri ci regalano […] l’esempio di tutti gli uomini e di tutte le donne che, con la loro morte, hanno scritto una pagina nella storia del nostro paese che non possiamo, che non dobbiamo dimenticare”.

L’isola della libertà

“Lo si vede benissimo già da Ventotene, stagliato contro il cielo su quel pezzo di terra emersa che sembra un panettone: è il penitenziario di massima sicurezza di Santo Stefano, tutto muri e fessure al posto delle finestre. Fa venire i brividi”. È Antonio, quindici anni, che racconta dell’estate del 1952 in cui ha accompagnato il padre incaricato della direzione del carcere e del suo incontro con i detenuti, condannati all’ergastolo e lontani da tutto. Un romanzo che si basa sulla figura realmente esistita di Eugenio Perucatti che diresse il penitenziario per otto anni, cambiandone regole e struttura che non considerava in linea con i principi della Costituzione. Il libro utilizza il font leggimi che ne consente la lettura anche a chi ha difficoltà.