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Mese: Novembre 2022

La rossa volante

Undici partecipazioni ai Giochi paralimpici e quattrodici medaglie tra atletica leggera, sci di fondo e paraciclismo per Francesca Porcellato, la campionessa che ha vinto di più e che ha fatto dello sport la sua ragione di vita e che si racconta partendo dall’incidente che le fece perdere l’uso delle gambe. “Sono qui nonostante un professore, ai tempi dell’adolescenza, mi schiacciò un piede per vedere se le gambe si sarebbero mosse. Non sarei dovuta nemmeno uscire di casa, se mi fossi uniformata alle abitudini della stragrande maggioranza dei paraplegici della mia generazione”.

Olivia e il grido della foresta

L’ennesimo trasloco di Olivia la porta in una nuova casa vicino ai margini di un bosco, dove i suoi genitori si avventurano per una passeggiata esplorativa. La bimba, che è sorda, come si capisce ben presto, scopre l’esistenza di un folletto che la aiuterà a ritrovare i suoi genitori scomparsi misteriosamente. I due entrano nel bosco dove regna un’atmosfera inquietante. Sarà proprio la mancanza dell’udito che permetterà alla bambina di salvare tutti.

L’allievo con autismo a scuola

L’autore ripercorre i numerosi studi sull’autismo per riflettere poi sull’inclusione scolastica di bambini e ragazzi con questo deficit. Suggerisce percorsi, strategie per adattare i contesti scolastici, analizza i diversi programmi di intervento, i problemi comportamentali e le esigenze particolari di questi alunni. Infine, pone l’attenzione sul coinvolgimento dei compagni di classe, percorso obbligato per arrivare all’inclusione.

I gruppi di siblings adulti

Partendo dal presupposto che “lo sviluppo del progetto di vita e il tema della disabilità devono essere considerati secondo una prospettiva longitudinale: cosa cambia nel tempo rispetto all’esperienza dell’essere fratelli e sorelle di una persona adulta con disabilità?” e dai gruppi siblings che la Fondazione Paideia ha promosso in questi anni, i saggi raccolti in questo volume danno voce ai diretti interessati e presentano una proposta di metodo che favoriscano la fiducia reciproca e diano sostegno emotivo anche nella presa in carico necessaria alla morte dei genitori.

Il bambino che disegnava parole

“Quando ci hanno detto che nostro figlio era dislessico è stato un enorme sollievo poter dare un nome a quell’inspiegabile magma di cose che facevano male; per lui è stato l’inizio di una rinascita scoprire di non essere né stupido né pigro, ma solo dislessico, e per un attimo si è creduto che sapere ci avrebbe permesso di agire. Oggi, lo ammetto, la mia certezza in questo senso vacilla: quello che sappiamo della dislessia è troppo e non è abbastanza, soprattutto non è ancora (lo sarà mai?) sufficientemente organico perché ne conseguano metodi certi”. Dalla voce della madre, la storia di Teo, bambino brillante che arrivato alle medie si spegne e non riesce più a studiare. Fino al momento della diagnosi quando cambia tutto.