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Mese: Giugno 2017

Tucano il tucano

“C’era una volta un uccello che non aveva un nome. Aveva un becco enorme, ed era tutto nero, tranne per gli occhi, che erano bianchi”. Deriso dagli altri animali, l’uccello se ne andò per il mondo e, giunto in un paese dalla lingua sconosciuta, cercò lavoro. E con il lavoro trovò anche il nome che cercava. Appena ripubblicato, il racconto, scritto e illustrato dal McKee circa cinquant’anni fa, mantiene la sua freschezza e la capacità di parlare di accettazione e di diversità semplicemente raccontando una bella storia.

L’arte di essere normale

“Deglutisco. Eccola, la mia occasione per vuotare il sacco. Quattro paroline: Voglio. Essere. Una. Ragazza. Ma non escono. Rimangono testardamente incastrate in gola, soffocando la mia voce. Perché la cosa che mamma vuole farmi dire non è quella a cui si è preparata. Si aspetta che le dica che sono gay. Immagino che si stia preparando a questo momento da anni: da quando ho chiesto la mia prima Barbie per Natale, da quando giravo per casa con il mio primo  paio di ali di fata, con un asciugamano in testa per fare finta di avere i capelli lunghi […] Ma lei e papà hanno capito tutto al contrario, come Leo a mensa l’altro giorno. Perché io non sono gay. Sono una ragazza etero imprigionata nel corpo di un ragazzo. Ma come faccio a dirglielo?” La storia di David si intreccia a quella del nuovo compagno Leo, arrivato da un’altra scuola con la fama di essere un violento. In un percorso lento e doloroso, i due si avvicinano, rivelandosi per quello che sono realmente, e si sostengono nella ricerca di equilibrio e serenità nel rapporto con se stessi e con gli altri.

In classe ho un bambino che….

Un testo chiaro nato con l’intento di fornire informazioni aggiornate sui DSA: partendo dall’analisi di casi concreti, gli autori esaminano i vari disturbi, suggerendo metodologie di intervento e riferimenti normativi.

Avventure semiserie delle mie gambe

Intervallata da un dialogo ironico con le sue gambe con cui non ha mai avuto un bel rapporto, la storia di una donna, della sua sclerosi multipla e delle risorse che ha messo in campo per non farsi abbattere.

Ascoltami

“Sono morta dentro e lascio fare; ho cominciato a morire da quando mi è sparita la voce. Che sensazione terribile essere viva rinchiusa in un corpo morto! […] Nonostante il mio aspetto capisco tutto, anche chi mi cambia sempre canale credendo che io non me ne accorga; voglio che si sappia che ho avuto un incidente e non una malattia e non mi va di essere trattata come una deficiente […] fino a qualche tempo fa ho trovato conforto solo nel buio e nel pianto ma non ne ho ricavato nulla; poi mi sono fatta coraggio decidendo che vivere era più importante di tutto il resto e ho smesso di considerarmi vittima di una situazione creata solo dalla malasorte. Ho iniziato a ridere, anziché a piangere, delle mie disgrazie pur avendo piena consapevolezza della loro entità”. Dopo un incidente, l’autrice si ritrova completamente paralizzata, senza la possibilità di parlare e con un solo occhio. Inizialmente chi la assiste non capisce che la sua mente è rimasta vigile e attenta. Del tutto casualmente, il personale si accorgerà che attraverso quell’unico occhio Maria ha la possibilità di comunicare. Da quando le è stato messo a disposizione un computer e un puntatore oculare, non ha più smesso di “parlare” e ha cominciato a tenere un diario che questo libro ci permette di conoscere.