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Mese: Febbraio 2016

Barbaro

Non servono le parole per accompagnare il coraggioso guerriero che fin dalla prima pagina, inforcato il fedele destriero, combatte e sconfigge mostri di ogni genere fino all’inatteso finale tutto da gustare.

Eli sottovoce …. Le matite

Eli è una libellula che non si arrende mai, trova sempre una soluzione creativa anche quando sembra che niente vada come dovrebbe. In questo caso è alle prese con una scatola di matite con cui vorrebbe costruire una torre. Un formato alto e stretto per una storia senza parole in cui sono le illustrazioni, e quindi la fantasia, i principali protagonisti. Ognuno può leggere la storia come vuole, secondo le sue competenze, la sua sensibilità e la sua immaginazione.

Salgo a fare due chiacchiere

“… adesso mi sento più serena e penso che papà sia davvero in buone mani. Mani di altri che fanno bene quanto le nostre, e questa è un’altra bellissima scoperta: accettare che non ci bastiamo e non siamo indispensabili e la nostra grandezza è nell’affidarsi pienamente a chi può aiutarci. Non è semplice all’inizio farsi da parte per qualcuno che sa fare meglio e più di te, ma poi ti commuovi pensando a quanto senza di loro sarebbe invece impossibile […] Papà ha superato l’intervento. Ce l’ha fatta. Apparentemente sembra sempre uguale, ma sta facendo del suo meglio, lo sento. E’ con noi, a modo suo, ma è con noi. Non si può pensare diversamente […] Ogni giorno prego molto perché lui stia bene, non perché torni come prima, ma perché stia bene e mi senta e mi capisca. Prego così perché sento che questa è una speranza realistica. Se pregassi per averlo come prima sarebbe un po’ come consumare una preghiera, allora preferisco giocarmela bene […] Che dire ancora? E’ una vita nuova, che piaccia o no c’è e io me la voglio giocare. Fa male pensare così, sì, ma fa anche bene. Fa bene a papà? Spero di sì. Fa bene a noi? Penso di sì”. La storia di un anno passato al fianco di Luciano che un incidente ha ridotto in stato vegetativo raccontata dalla figlia e dai volontari che l’hanno affiancata. Tutti veri i protagonisti e la storia a cui l’autrice ha solo prestato la penna per farne un libro e raccontarla a tutti .

Giovani adulti con DSA

Gli autori affrontano il tema dei disturbi specifici di apprendimento negli adulti, esaminando le indicazioni normative e ministeriali, l’iter diagnostico, gli aspetti psicologici, proponendo strumenti didattici efficaci anche attraverso testimonianze dirette.

La città della stella

“Io e il mio amico Honza fummo presi, portati via da casa e caricati su un treno. E arrivammo alla città della stella”. A Terezin i due bambini cercano di sopravvivere, insieme a tanti altri. Vengono costretti a lavorare ma trovano anche il tempo di giocare e cantare, finchè non viene il momento di ripartire. E la destinazione è Auschwitz. “ Ad Auschwitz c’era una corda con la quale gli orchi controllavano le altezze dei bambini, era lunga 150 centimetri e chi non raggiungeva quella misura finiva nelle camere a gas. Honza era alto 149 centimetri. Aveva 14 anni”.