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Mese: Novembre 2013

Ma c’è sempre l’arcobaleno

“Sono pochi i bambini come me qui al campo. Il campo non è un posto per bambini”. Poche righe di testo e grandi disegni per quest’albo che si apre con la riflessione di uno dei tanti piccoli passati per i campi di concentramento e che si chiude su un filo di speranza  “e durante l’appello, sotto l’acqua scrosciante, aspetto che venga  l’arcobaleno […] e, con lo sguardo basso, lo spio nelle pozzanghere ai miei piedi. E sorrido. Appena appena. A Buchenwald non si può”.

Così fragili, così umani

“La fragilità non deve essere vietata, ma non deve nemmeno essere venerata, idealizzata o resa “romantica”: la miseria e l’handicap provocano terribili sofferenze. Dobbiamo attribuire valore al coraggio di non negarli, di affrontarli, accettando quello che non può essere cambiato e lottando per quello che invece può cambiare. La nostra società nega la morte e la fragilità, fingendo di essere onnipotente. La fragilità esiste, impariamo a conviverci”. Il libro è frutto di un affollatissimo seminario, organizzato dall’Arca di Jean Vanier nel 2011, di cui raccoglie gli interventi.

Musica, maestra!

Ascoltare, fare, conoscere: tre strade che si intrecciano in questo manuale che vuol essere una guida all’ascolto di brani musicali, propone attività pratiche da condurre a scuola utilizzando la musica come strumento di conoscenza e di educazione alla cittadinanza attiva.

Tutt’altro che tipico

“Come si fa a mostrare un apprezzamento? Un apprezzamento è un’emozione. E’ un sentimento. Non puoi disegnarlo. Perché la gente vuole che tutti si comportino esattamente come loro? Che parlino come loro. Che guardino come loro. Che si comportino come loro. E se non…Se non lo fai, la gente presume che tu non ti senta come loro. E allora presumono…Che tu non senta niente di niente.”
E’ la voce di Jason, dodici anni, che in questo intenso romanzo ci mostra come vede il mondo e che sensazioni prova un ragazzino con la passione per la scrittura, il desiderio di avere una ragazza, la voglia di comunicare. Ma Jason non è solo questo, Jason è anche autistico e per gli altri è difficile capire cosa prova. Con grande partecipazione e una potente capacità di immedesimazione, l’autrice ci costringe a metterci nei suoi panni e noi sentiamo quello che prova Jason, percepiamo le sue sensazioni e i suoi disagi, fatichiamo insieme a lui alla ricerca delle parole. “Ogni parola che scegli significa qualcosa per te, e altro. Tipo che se una persone è diversa, è una bella cosa. Ma se ha un difetto, non lo è. Parole. Nomi. Lettere”.

Ignazio che non ci vedeva bene

La storia di Ignazio che ricevette da Babbo Natale un paio di occhialini rossi. Un libro piccino di poche parole che aiuta i bambini a riconciliarsi con un difetto visivo e il fastidio di dover indossare gli occhiali, suggerendo un nuovo modo di guardare le cose.