Coso – E gli altri
Un albo e un romanzo illustrato che narrano la stessa storia vista dagli occhi dei due protagonisti e mostrano come ci sia possibilità di salvezza attraverso il fare arte. E così nell’albo vediamo Coso, l’amico immaginario di Anna, che la sostiene nei momenti difficili e l’aiuta ad accettare la sua unicità. Nel romanzo illustrato, è invece Anna che racconta dei tanti incontri, a volte belli, spesso difficili. E se prima era schiacciata dal giudizio degli altri ed era definita come “Scomoda. Divergente. Disabile. Distratta. Stordita…”, poi, con l’aiuto di Coso, cresce sempre più sicura di sé e nello sguardo degli altri si vede come “Divergente. Tosta. Vera. Infinita. Preziosa. Anarchica. Stellare. Sfaccettata. Innovativa. Intramontabile. Una rivelazione. Artista”.
Buchi neri
Un racconto breve che fotografa con grande sensibilità le dinamiche familiari fatte di affetto e fatiche fra Lavinia che ha una mente è brillante ma non riesce a esprimersi bene e non è autonoma nemmeno nei movimenti e sua sorella Alice, a cui è unita da una connessione quasi telepatica, e che la aiuta nella gestione quotidiana. Vivono insieme alla madre, vedova, piegata dal quotidiano carico di dolore e responsabilità. Legami profondi fatti di affetto, empatia e vicinanza ma anche di desiderio di indipendenza e libertà da vincoli familiari non sempre facili.
La grammatica del bianco
“Damien partì dritto con uno dei suoi discorsi che con il tempo avrei imparato ad amare […] stavolta disse che un punteggio, in ogni caso, nel tennis e fuori, non è una valutazione. Le valutazioni sono una trappola, continuò, le qualità di una persona non sono misurabili. Siamo sempre noi stessi, Warren, noi non siamo i nostri risultati. Quando la maestra ti dà una A in matematica, non sta dando un voto a te. Non sta dicendo quanto vali tu, sta dicendo solo quanto valgono le cose che sai. Ai punteggi bisogna dare la giusta importanza, ai punteggi non devi consentire di sminuire una persona”. Il racconto della finale di Wimbledon del 1980 e della sfida fra Borg e McEnroe, raccontata da un ragazzino con deficit di attenzione che fa il raccattapalle al torneo.
L’onda dei segreti di Maudie McGinn
I genitori di Maudie sono separati da tempo e la ragazzina trascorre l’estate con il padre che adora e che riesce a comprendere le sue difficoltà legate all’autismo a differenza della madre che, insieme al patrigno, vorrebbe che si sforzasse di essere più “normale” e dimenticasse quello che non va. Ma “è difficile diventare una persona autonoma quando tua madre ricorda continuamente al mondo che non lo sei”. Costretti da un incendio a spostarsi sulla costa dove un amico del padre offre loro ospitalità in un campeggio, Maudie si sente libera di essere se stessa e scopre il surf che l’appassiona tantissimo e che diventa un richiamo irresistibile. Impara in fretta e decide di iscriversi al torneo in programma per la fine dell’estate. Sullo sfondo però aleggia l’incubo del ritorno in Texas e delle violenze del patrigno, mentre quello che ha promesso alla madre di non dire mai, preme per uscire. Solo dopo l’ultimo scontro con l’uomo, Maudie capisce che “mettere sottochiave i sentimenti, come mi aveva insegnato mamma, non funziona. Adesso lo so. È come ha detto Etta, quella volta che abbiamo visto lo squalo leopardo che nuotava placido sul fondo torbido tra le alghe kelp. Le cose diventano meno spaventose quando le guardi bene da vicino”.
La scomparsa dei colori
“Come tutto questo libro racconta, in oltre quindici anni la mia vista si è via via ridotta, passando da una forte miopia, corretta da occhiali o lenti a contatto, all’ipovisione, alla quasi cecità e, infine, alla cecità totale. Tutto ciò che descriverò, dunque, è in progressione. È la storia di una perdita […] il resoconto di una scomparsa progressiva, che cerco di colmare e di esorcizzare”. Un racconto autobiografico che testimonia una presa di coscienza e conoscenza insieme al racconto di un mondo nuovo e di nuove sensazioni.