Orizzonti
Un libro senza parole che mostra, attraverso gli occhi di un ragazzo, le difficili storie dei tanti, uomini e donne, che attraversano deserti e mari alla ricerca di un approdo sicuro e di una vita di pace. Le immagini silenziose raccontano mille e mille vite e tutte le volte che si sfogliano di nuovo suggeriscono percorsi e risposte diverse e anche diversi finali.
Cosa faremo da grandi?
“Prendete i vostri quaderni e scrivete: “Cosa vorresti fare da grande?” Mi raccomando non copiate!” Quando la maestra propone il titolo del tema, Diego e Marta si guardano perplessi poi lasciano campo alla fantasia e l’elenco dei mestieri che vorrebbero fare è sempre più lungo e vario ma una cosa è certa: sono assolutamente sicuri che non esista un mestiere che uno dei due non può fare perchè riservato solo ai maschi o solo alle femmine.
Piccolo Orso scopre l’Aurora
“Piccolo Orso aveva un ombrello […] quando papà Orso si arrabbiava aveva tuoni nella voce e lampi negli occhi: un vero temporale. Spesso Mamma Orsa e Piccolo Orso avevano paura di lui. Allora Piccolo Orso si rifugiava sotto l’ombrello”. Una storia per dare sostegno a tutti quei bambini costretti a vivere o ad assistere a situazioni di maltrattamento, violenza e conflittualità, per suggerire loro che non sono soli e che la paura può essere superata.
La piccola grande guerra
Prima di partire per il fronte, il papà regala ad Andrea una scatola di soldatini. Nelle pagine, il gioco si alterna alla guerra: non servono molte parole per mostrarne tutta l’assurdità in un crescendo che si scioglie nella speranza: “Ricordi? Tu sei quel bambino che gioca. Tu sei Andrea e il tuo papà lo chiami Walter. Ma i nomi non contano nulla, non hanno valore. I nomi si possono cancellare. Sono solo suoni. Tutti bambini sono Andrea e possono salvare i Walter della terra. Lo possono fare. Perchè sono i loro papà”.
Io e mio fratello
Mercè ha dodici anni e un fratello molto più grande di lei, Pol, con sindrome di Down, una mamma distratta e un padre militare autoritario concentrato su se stesso. E’ Mercè, voce narrante, che si fa spesso carico di sostenere il fratello, di consolarlo o di suggerirgli cosa fare quando lo vede in difficoltà. Quando però Pol si innamora e rivendica spazio e autonomia, neanche lei sarà in grado di aiutarlo e di evitare che la storia si concluda tragicamente. Un bel romanzo che intreccia tematiche difficili come il rapporto fra fratelli e il diritto all’affettività anche per chi ha problemi cognitivi, un romanzo però da proporre con cautela ai ragazzi più giovani e con un supporto adeguato.

