La bibliotecaria di Auschwitz
Il graphic novel è ispirato alla vita vera di Dita Kraus che è solo una ragazzina quando, insieme alla sua famiglia, viene deportata ad Auschwitz. Dita ama leggere ma ad Auschwitz i libri sono proibiti, pena la morte. Quando scopre una manciata di libri trafugati, ne diventa la custode e si occupa di gestirne il prestito proprio come una bibliotecaria, rischiando la propria vita perché bambini e adulti possano sfuggire, anche se solo con la fantasia, alla terribile vita del campo.


“Tutto ciò che è diviene, diviene e si trasforma, trasforma quello che è intorno e da quel che è intorno è trasformato”. Un albo fatto di suoni e colori, in cui immergersi e da cui lasciarsi guidare, che risuona in modo diverso per ciascun lettore. Storia della nascita del mondo, storia della nascita di ogni singolo uomo e donna perché “ogni cosa ha nome, ogni cosa è nome, virgola e legame, punto e linea, filo che si annoda intreccia filo che si libera disfa i nomi non finiscono mai”. Come dice l’autrice: “abbiamo fatto una specie di canzone a due mani, che canta le infinite forme di vita che popolano la Terra e il Cosmo, la meraviglia (e anche la responsabilità) che ne deriva per la specie umana”.
Rumple Buttercup vive in un nascondiglio sotterraneo, ha cinque denti storti, tre ciuffi di capelli, la pelle verde e squamosa e il suo piede sinistro è leggermente più̀ grande del destro. Si sente diverso ed esce di nascosto solo se ha una buccia di banana in testa con cui pensa di passare inosservato. Ma scoprirà di essere stato notato e che l’unica cosa strana che vedono gli altri in lui è… la sua buccia di banana!
“A casa di Nina ci sono sere in cui TUTTO vola. Volano i piatti lanciati come frisbee che atterranno in TANTI pezzi […] volano anche le MANI. Con suoni secchi che lasciano SEGNI rossi sulla pelle”. Interamente in simboli così da essere accessibile anche per chi non ha dimestichezza con la parola scritta o non può decodificarla, l’albo racconta della piccola Nina costretta ad assistere e, a volte, subire, continue violenze domestiche. Un’esperienza che accomuna purtroppo molti bambini cui il racconto lascia la speranza che le cose possono cambiare e che è possibile chiedere aiuto.
“…la dote più significativa dei libri accessibili risiede forse nella loro sottile capacità di favorire processi inclusivi operando su due binari paralleli: trovando cioè, da un lato, chiavi efficaci per rendere le storie davvero fruibili e condivisibili da parte di bambini con diverse esigenze di lettura, e promuovendo, dall’altro, una diversa rappresentazione di queste ultime. Si tratta cioè di libri che sanno parlare non solo, come ci si aspetterebbe, con la disabilità ma anche di disabilità, e che sanno farlo con uno sguardo nuovo […] promuovendo l’idea che nella disabilità siano presenti delle risorse e che essa possa farsi portatrice di competenze e ricchezza”. Una bussola per orientarsi fra questi libri, tenendo conto di diversi criteri che ne garantiscano qualità e fruibilità.