Insegnare agli studenti sordi
Partendo dal presupposto che “gli alunni sordi non sono semplicemente alunni udenti che non sentono ma sono, piuttosto, persone che per le loro peculiarità imparano in modi e contesti in parte diversi da quelli degli udenti”, gli autori offrono un contributo al miglioramento delle pratiche educative, mettendo in rilievo la specificità di bambini e ragazzi sordi, i loro punti di forza e le loro necessità, illustrando i fattori che condizionano riuscita scolastica e formazione.


Attraverso l’esame di numerosi casi, gli autori approfondiscono la riflessione su quanti non hanno una vera e propria disabilità intellettiva ma un funzionamento intellettivo inferiore alla maggioranze degli studenti e che pertanto necessitano di interventi di sostegno a livello educativo e scolastico.
Dopo un capitolo introduttivo che ripercorre la storia dell’inclusione scolastica, il libro prende in esame alcuni deficit, analizzandoli sia dal punto di vista clinico che dei possibili interventi educativi e riabilitativi.
“C’era una volta una famiglia che aveva un figlio piccolissimo, piccolo come un cece. Proprio per questo l’avevano chiamato Cecino”. La storia di un bambino le cui dimensioni ridotte non riescono a impedirgli di darsi da fare e aiutare quando ce n’è bisogno e di uscire indenne da imprevedibili incidenti di percorso. Una storia divertente in cui si sottolinea anche l’importanza di un atteggiamento di fiducia da parte dei genitori che permette di crescere.
Le bellissime tavole di Arianna sono accompagnate da tanti sì e tanti no. Neve? Pioggia? Silenzio? Buio? Vento? Sta a noi scegliere cosa fare e cosa osare, a noi adulti che facciamo fatica a lasciarci andare e, ancor di più, a lasciare liberi i bambini che non hanno paura di andare, di sperimentare, rischiare. Sì. anche rischiare. Perché senza rischio non si cresce o si cresce meno liberi.