Da un altro mondo
Quando la madre di Elisa e Leo decide di trasferirsi nella tenuta di campagna per aprirvi un piccolo agriturismo, i ragazzini, insieme a Teresa e Mariano, voce narrante, si trovano catapultati nel passato, all’epoca in cui nella tenuta, come del resto in tutto il Brasile, era ancora possibile avere degli schiavi. Una pagina poco conosciuta nella storia dello schiavismo nell’America del Sud che prende spunto da episodi realmente accaduti.


Matteo ha poco più di vent’anni, frequenta l’università, gli piace la musica e lo sport. Oltre a tutto questo ha anche un deficit motorio che limita fortemente i suoi movimenti ma non la sua voglia di vivere. Narrato in prima persona, condito con una buona dose di ironia, il racconto della nascita prematura, della ricerca di diagnosi e soluzioni, della scuola e dei rapporti con gli insegnanti e gli amici e della squadra di wheelchair hockey di cui fa parte.
C’era una volta una pecora dal bellissimo pelo liscio di cui si vantava sentendosi molto superiore a tutte le compagne. Ma dopo la tosatura estiva, il suo bel pelo ricrebbe arruffato e disordinato, costringendola a isolarsi per la vergogna finchè, un giorno, un piccolo uovo le cadde sulla testa, trovando un ottimo rifugio. La nascita del piccolo occupante cambia tutto.
Una semplice passeggiata per due bambini e i loro cani, l’uno accompagnato dalla mamma elegantissima e piena di sé e l’altra insieme al papà, disoccupato e scoraggiato. Lasciatevi guidare dalle immagini che, insieme alle voci dei quattro protagonisti, raccontano di incontri possibili e occasioni mancate da parte di adulti chiusi in se stessi che hanno perso lo sguardo bambino che accompagna i due piccoli nella speranza di un nuovo incontro.
Quando lei esce volta sempre a sinistra mentre quando esce lui gira a destra. Guidati dalle immagini, seguiamo le vicende dei due protagonisti, gioiamo con loro quando si incontrano del tutto per caso in un parco e speriamo con loro che all’incontro ne possano seguire altri anche se tutto fa pensare il contrario. Vediamo quello che loro non vedono ma possiamo solo aspettare e voltare pagina nell’attesa di un cambiamento.