Filololò rema nell’aria
“intorno a un tavolo a parlare di te, alessia. Le chiamano verifiche e hanno la solennità delle convocazioni governative […] proveranno, dunque, ancora una volta, a stimolarti i palmi delle mani, a farti prendere interesse per la tattilità, noi sciamo scettici, ma perché non lasciarli, ancora una volta, tentare? In fondo è come dire che non sei tagliata fuori, che, a vent’anni ti considerano ancora recuperabile, malleabile. Che non sei jun binario morto, da rottamare come le auto euro zero, e con te noi, che invecchiamo facendo finta di niente, arrampicando ancora la salita in bicicletta, orgogliosi di averti figlia, tu – più che un caso da studiare – un mondo da capire, una umana stranezza da decifrare”. Pensieri, ricordi, suggestioni di due genitori.