Ti seguirò fuori dall’acqua
“Tu sei vita. Ecco cosa sei. Le idee su di te diventano logore: stantie, sanno di morte. Asfittiche. Tu sei il germoglio e le mie idee foglie marcite nel fango. Inutili, irreali. E poi non sono idee: sono sempre state il frullato continuo della stessa idea. La ricerca impossibile di un Francesco che non c’è […] Ti studio. Sei fragile e pericoloso. Ma inizio a capirti. Tu non accetti compromessi. Tutto quello che è depositato sul fondo lo porti in superficie. Tu – e io, che ti accusavo di essere irreale… – in meno di un’ora hai costretto a diventare autentico tutto ciò che hai toccato. Tuo padre. Con te in braccio ogni cosa in me si riduce all’essenziale. Mentre mi fissi – senza potermi fissare – penso che il mio Francesco non è nato e al suo posto sei nato tu […] così come ora ti sostengo tra le braccia dovrò sostenerti nella vita. Perché se tu sei qui per me: io sono qui per te [… da questo istante, io e te diventiamo una squadra. La più forte, invincibile e indivisibile squadra che sia mai apparsa sulla terra. Io e te”.