“Voglio andare in una nuova scuola, ma ci voglio andare da ragazza e loro vogliono una copia del mio certificato di nascita. Dove adesso sta scritto che sono un maschio”. Ha quattordici anni Alex e non vuole più stare nei panni che le hanno attribuito i suoi genitori da quando i medici, alla sua nascita e alla constatazione del suo sesso incerto, suggeriscono di fare una scelta e seguirla, con l’aiuto di farmaci. Ma Alex, cresciuto come se fosse un maschio, si sente, e si è sempre sentita, una femmina. Un romanzo intenso che affronta un tema delicato e sceglie di farlo attraverso la voce della protagonista, una voce forte che non si può non ascoltare.
Léon è un piccolo ciclope con una visione del mondo tutta personale: riflette sui problemi dell’ambiente, indaga sulle superstizioni, cerca di capire le buone maniere. In questo libro Léon rilegge alcuni degli articoli più significativi della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, spiegandoli ai bambini con parole semplici e disegni divertenti.
Quattro ragazzi e un biplano da combattimento, una missione e nessun soldato che la possa portare a compimento. Siamo nel 1917, in un paesino del Friuli quasi al confine con l’Austria, la fine della guerra è ancora lontana. Un romanzo di fantasia, un’avventura che lascia con il fiato sospeso fino alle ultime pagine, un libro che non racconta la guerra ma la lascia sullo sfondo senza però dimenticarla nè minimizzarne la tragicità. Un libro tutto al maschile che ricorda un po’ i bei romanzi della “Biblioteca dei miei ragazzi”. Se un appunto si può fare è proprio questo: le pochissime figure femminili non brillano per intelligenza e ricalcano stereotipi ormai superati. Perchè inserirle visto l’apporto marginale alla storia?
Quando il suo migliore amico si rende conto che Hank non è stato in grado di registrargli il film che aspetta da tutta una vita, decide di non rivolgergli più la parola. E Hank, che deve anche presentare a scuola un progetto di scienze, decide che inventerà il modo per rallentare la velocità delle parole e dei numeri che passano sullo schermo tv. Come riuscirà Hank a rimettere insieme i pezzi del decoder che ha smontato? E soprattutto riuscirà a farlo prima che suo padre se ne accorga? Un nuovo divertente romanzo che affronta, con leggerezza e ironia ma anche con realismo e partecipazione, il tema della dislessia e, attraverso le riflessioni desolate di Hank, dà voce ai sentimenti di inadeguatezza di tanti ragazzini.
Fedeltà, coraggio, umiltà, altruismo. Sono solo i primi quattro codici del Clan dei Maddaloni e Filippo deve scegliere se farne parte. Ma questo clan è diverso, non si tratta di fare la sentinella o scippare qualche passante, non si guadagnano duecento euro al giorno ma “se diventiamo più belli noi, diventerà più bello anche il quartiere. Inutile spazzare via le siringhe e l’immondizia, se restano sporche le persone. Gli spacciatori finiti in carcere, che imparano a soffrire in palestra e trovano un lavoro grazie al Maestro, forse quando usciranno non spacceranno più. I bambini che crescono sulla via della cedevolezza, allenati a lottare a terra per ottenere ciò che vogliono e a rispettare le regole del tatami, domani non accetteranno più i portoni d’acciaio e pittureranno le facciate delle Vele”. Garlando usa nomi di fantasia ma racconta le storie vere di un pugno di ragazzi e di Gianni Maddaloni, un maestro di judo che ha scelto Scampia per dimostrare “che il riscatto è possibile. Attraverso lo sport. Attraverso il sacrificio, la disciplina, le regole…ma anche il gioco. Sono un maestro di judo. Un combattente sul tatami e nella vita. Padre putativo di tutti i ragazzi che nella mia palestra cercano un’alternativa alla strada che per loro sembra già inesorabilmente tracciata”.