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Guarda che la luce è del cielo

Quando il protagonista di questo bel racconto scopre che gli sono spuntate le ali si interroga, cercando di capire: “ho cercato dentro di me, per capire se fosse colpa mia. Ho pensato a una malattia, a una deformazione, a una differenza. Alla fine questa mi è sembrata la definizione migliore. In ogni caso non sapevo cosa fare di questo nuovo me stesso. Ho creduto che gli altri, le persone che amavo, non mi avrebbero accettato”. In un lento percorso di ricerca arriverà al riconoscimento e all’accettazione della propria identità.

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Confesso che ho desiderato

“Era aprile quando ho cominciato a pensare che qualcosa non andasse più in me. Guardavo le cose per ore senza ricavarne un senso. Sentivo freddo, avevo paura”. Una storia delicata che solo per accenni e belle immagini parla ai bambini di depressione, un tema difficile che spesso li sfiora ma di cui non sanno darsi spiegazioni nè pensare alla possibilità di una via d’uscita.

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Abracadabra lucertolina

Giacomino, Mariolina e Mirtillina sono i protagonisti di queste fiabe che raccontano ai bambini cosa sono la dislessia, la discalculia e la disortografia suggerendo anche la possibilità di strumenti compensativi che possono aiutare a superare gli ostacoli. Il libro è scritto con accorgimenti tipografici (font senza grazie, interlinea maggiore, giustificazione, non sillabazione) che ne rendono più semplice la lettura per tutti.

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La maestra è un capitano

“Non ce la faccio più. Davvero. Stamattina mi mancano le forze. Stamattina non li sopporto proprio”. Accompagnate dalle belle illustrazioni di Anna Laura Cantone, si snodano le riflessioni di una maestra alle prese con i vivaci ragazzini della sua quinta elementare. Ma nel succedersi delle pagine, lo sconforto iniziale lascerà il posto alla convinzione che “se ci credi, nei bambini, loro possono diventare grandi, possono diventare qualsiasi cosa”.

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Io sono così

“Mi piace quando corro nel parco inseguendo un pallone […] mi piace quando pedalo come un razzo”. Nelle pagine piegate a fisarmonica vengono elencate le cose che piacciono e quelle che non piacciono alla giovane voce narrante ma quando si arriva alla fine e si lascia che le pagine si srotolino scopriamo che i pregiudizi di genere sono davvero ancora molto radicati e che anche noi siamo stati indotti in errore.

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Canguro Papini

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