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Fattoria sociale

Frutto di una lunga esperienza concreta, il libro, attraverso una riflessione teorica fortemente connessa con  la pratica, racconta il lavoro di una fattoria sociale che ha accolto e accoglie adolescenti con disabilità e cerca di realizzare un contesto competente di sostegno che concilia logiche incompatibili, quali mercato e solidarietà, in un percorso di accompagnamento verso la conquista di un ruolo di adulto lavoratore, ben lontano dall’immagine di eterno bambino che spesso si associa alle persone disabili.

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Castelli di fiammiferi

“La mamma dice che non ce la fa più, che non riesce ad andare avanti così – dice Jan un po’ più forte, osservando attentamente Lisa. Gli estranei non riescono a capire se Lisa ascolta, perchè lei non guarda nessuno, non muove la testa. Si limita a giocare con il portachiavi, facendo scorrere le chiavi fra le dita, sempre allo stesso modo, una dopo l’altra. Ma Jan riesce a capire quando Lisa ascolta […] A dire la verità, Jan ha un po’ paura. Se Lisa si rendesse conto che la mamma non ce la fa più e forse se ne vuole andare, comincerebbe a gridare forte, forte, come non ha mai fatto prima”. E’ centrato sulla relazione fra i due fratelli, questo bel romanzo che riesce ad affrontare con grande delicatezza, filtrandole attraverso la voce bambina di Jan, tematiche complesse che toccano punti sensibili delle dinamiche familiari in presenza di persone con deficit, fino al riconoscimento della necessità di un aiuto e alla sofferta ricerca di soluzioni esterne alla famiglia.

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Senza rassegnarsi mai

“Io mi auguro che questo scritto possa servire a divulgare la conoscenza del problema dell’autismo e delle situazioni di handicap in generale […] spero soprattutto che possa aiutare tante persone ad accettare i dolori e le sofferenze che sono loro riservati, mantenendo però la convinzione che, nonostante tutto la vita vale sempre la pena di essere vissuta”. Dalla voce di un padre, la storia di una famiglia alle prese con l’autismo del proprio figlio.

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La bambina di burro e altre storie di bambini strani

“La bambina di burro era carina, con la pelle chiara chiara, e non poteva mai stare al sole perchè altrimenti si scioglieva”. Dopo la bambina di burro, troveremo quella di piume e quella di pane, il bambino di ferro e quello di fuoco e via via tanti altri. Piccole storie apparentemente semplici ma che suggeriscono temi difficili, dall’accettazione delle diversità al desiderio di autonomia da parte dei bambini che devono crescere, fino alle dinamiche familiari non sempre equilibrate e sane.

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Nino giallo pulcino

Il vitellino Nino è nato con il mantello costellato di tanti fiori colorati che la mamma preoccupata per le reazioni degli altri animali decide di nascondere facendogli indossare un pesante maglione giallo. Sarà proprio questo a causare le difficoltà di Nino, preso in giro ed escluso dai giochi degli altri. Una storia semplice che invita all’accettazione di tutte le diversità.

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Canguro Papini

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