Dove sei, piccolo Giulio?
Poche parole e illustrazioni delicate ci guidano alla ricerca di un bambino che pare perdersi fra gli alberi, nel traffico, che pare nascondersi ma non sa dove fuggire. L’immagine di Giulio replicata più e più volte nelle pagine che scorrono ce lo mostra smarrito, spaventato, insicuro. Ma non è solo, la sorella e la mamma sanno dove trovarlo per portarlo al sicuro. Un racconto per immagini che prova a trasmettere le sensazioni che prova un bambino con autismo nel suo approccio con il mondo.


Abbiamo già conosciuto Sacha, il ragazzino autistico che accompagna la madre, medico di una ONG, nelle sue missioni. Questa volta sono a Dacca, dove le concerie impiegano tantissimi bambini senza nessuna tutela. Suo malgrado, sarà coinvolto nel recupero di un prezioso taccuino che potrebbe portare alla condanna dei responsabili. Si dovrà fingere bengalese, lavorare per una giornata nel macello e sarà poi trascinato in una rischiosa fuga mentre tutte le sue regole e i suoi punti di riferimento saltano, creandogli ansia e insicurezza. Ma saprà cavarsela nel migliore dei modi.
“[mi dice la rondine] sono certa che hai fatto del tuo meglio, solo…”
“Un giorno ci stavamo annoiando e avevamo voglia di fare qualcosa di bello. Ester fu tutta contenta quando trovò un bombo morto […] era sempre molto coraggiosa. Io ero piccolo, invece, e avevo paura sia della vita che della morte. Neanche conoscevo qualcuno che era morto”. Il ritrovamento dell’insetto è l’occasione per creare una particolarissima agenzia funebre che si occupa di seppellire i piccoli animali che i bambini cominciano a cercare. Con un linguaggio leggero e grande tenerezza, Nilsson accompagna i piccoli alla scoperta della morte. Li vediamo piangere calde lacrime ma poi lasciarsi tutto alle spalle “presi da qualcosa di completamente diverso”, com’è tipico dei più piccoli.
Phil, voce narrante, vive con la sorella gemella e la madre in una vecchia, grande casa ai margini del paese, dai cui abitanti sono guardati con diffidenza e spesso con ostilità. In un continuo passaggio fra il presente e il passato, la storia ne segue le vicende, gli affetti e le difficoltà di relazione fra loro e con il resto del mondo. E così lo vediamo crescere, affrontare i segreti del passato, imparare a convivere con la sua sessualità e con amici e nemici. Tanto che alla fine dirà: “Ho imparato questo: l’amore è una parola che puoi scrivere solo con inchiostro rosso sangue. Ti costringe a fare cose assurde. Ti fa regalare caramelle color arcobaleno, danzare per strada con delle scarpette rosse ai piedi, e persino scavare una tomba in un meraviglioso giardino finché le mani non sanguinano. L’amore infligge ferite profonde, ma in un modo tutto suo guarisce anche le tue cicatrici, a patto che tu ti fidi di lui e gli conceda del tempo”.