Milly Vodović
Una storia di razzismo e di morte ambientata in una cittadina della Georgia dove vive una piccola comunità di profughi bosniaci, disprezzati ed emarginati. Milly ha dodici anni, non ha paura di niente e non esita a difendere da alcuni bulli che lo perseguitano, il fratello maggiore Almaz che pochi giorni dopo viene ucciso. Pare che la cosa non interessi a nessuno ma Milly non si arrende, non vuole fare come la sua famiglia che porta sulle spalle tante morti a causa di una guerra dolorosa e che cerca di sopravvivere chinando la testa. E così la ragazzina cerca, indaga e, mentre i suoi dubbi diventano certezze, decide di affrontare i colpevoli per ora rimasti impuniti. Non c’è lieto fine né speranza in questo bellissimo romanzo, crudele ma pieno di poesia, che punta il dito contro una società che preferisce chiudere gli occhi per non vedere chi vive lì accanto.


Una riflessione sul “ruolo delle tecnologie utilizzate in funzione di mediatori didattici ad ampio spettro e non soltanto come strumenti assistivi […] per promuovere l’accesso alle diverse opportunità e per favorire la partecipazione attiva nel contesto comune, facendo di fatto le cose con gli altri”. Le tecnologie vengono qui esaminate nel loro impiego nella progettazione individualizzata e in accordo con il modello dell’ICF e nelle diverse dimensioni della comunicazione, dell’autonomia, dell’orientamento e delle possibilità di ottimizzazione dei materiali di studio.
Abbiamo lasciato l’autrice, nel suo libro precedente, sul Machu Pichu e lungo la Muraglia cinese dove era andata, dopo l’incidente, insieme ad Andrea che è diventato poi suo marito. La ritroviamo qui, dopo la lunga e difficile parentesi del Covid che le ha impedito di viaggiare come desiderava. Intanto la famiglia è cresciuta, è arrivata Sophie con cui la coppia decide di riprendere a girare il mondo. Questo libro racconta le loro tappe, le difficoltà e i momenti belli che hanno vissuto.
Siamo nel 1334 e i bolognesi non ne possono più dei soprusi di Bertrando del Poggetto, inviato del Papa. Se avevano pensato che la sua presenza in città avrebbe portato lavoro e un po’ di ricchezza, si ricredono presto. Quando vengono costretti anche a combattere contro i paesi vicini senza motivo, cominciano a pensare a come liberarsi di lui. Troveranno un modo molto fantasioso e poco violento per fargli lasciare la città.
Simone si è trasferito con il padre in un piccolo paese portandosi dietro un grande dolore. Lo seguiamo mentre pian piano decide di esplorare il territorio in cui adesso vive facendosi guidare dalle letture più amate. L’incontro con Sofia, che lo seguirà nel suo girovagare e saprà stargli vicino, gli permetterà di accettare quanto è successo al fratello, in coma dopo un grave incidente, gli farà dire quanto gli manca e lo aiuterà a trovare il coraggio di tornare a trovarlo e stargli vicino anche se non nello stesso modo di prima.