L’arte di andare in pezzi
Oscar, Noah e Riley si incontrano casualmente nel laboratorio scolastico di modellaggio argilla. Hanno storie difficili alle spalle con cui fare i conti e di cui faticano a parlare. Oscar, star del football della scuola e molto popolare, ha perduto da poco l’amatissima sorellina mentre Noah deve accettare la difficile separazione dei genitori che ha distrutto la madre che sembra incapace di reagire. Riley, invece, ha dovuto lasciare tutto quello che amava per seguire la madre in fuga da Philadelphia dopo aver subito una rapina. Fra i tre nasce una bella amicizia e sapranno sostenersi a vicenda quando saranno costretti ad affrontare nuove prove. Come dice Riley “sono certa che capterà ancora a tutti e tre di finire a terra. Faremo di tutto per sostenerci, ma non sempre riusciremo a evitarci la caduta. Magari ci faremo male. Magari andremo in pezzi. Ma li raccoglieremo. E sarà allora che avremo più bisogno l’uno dell’altro. E insieme – a pezzi o meno – ci rimetteremo in piedi. Lo faremo una volta, due volte e poi ancora. E ancora. E ancora”.


“Andando a scuola, io e papà ci muoviamo in una selva di luci e ombre […] Io vedo a malapena e mio papà per niente. È cieco. Non vede le cose, ma sa guardare molto meglio di me”. Un bell’albo che segue la bambina e il suo papà nel loro percorso quotidiano verso la scuola e trasmette anche attraverso la delicatezza delle immagini il profondo affetto che li lega di cui la disabilità visiva fa parte senza però limitarli.
“Hanno tutti paura di me. Per questo mi chiamano Teschio”. Con questa dichiarazione, Il ragazzino comincia a raccontare della scuola e dei gatti del paese che perseguita insieme ai suoi due amici. Ma quando a scuola arriva una supplente che sembra una strega, i tre cominciano a spiarla per averne conferma. Perché la maestra passa le sue serate al cimitero? Determinato a scoprirlo, Teschio la segue e scopre che le cose non stanno come pensavano. Il libro è stampato con criteri di alta leggibilità che ne consentono la lettura anche a chi ha difficoltà.
“Qui vicino vive una bambina, ma non è bella come me e te. Non ha riccioli biondi. Non ha bei vestiti […] nel cortile della scuola nessuno la invita a giocare”. Da una voce bambina ascoltiamo il racconto di un anno di scuola e mentre scorrono i mesi vediamo la piccola sconosciuta attraverso i suoi occhi e le sue riflessioni che ne sottolineano la diversità e la lontananza. Nessuno le parla, nessuno gioca con lei. È una bambina invisibile. Solo quando non tornerà dopo l’estate, i compagni si chiederanno con amarezza chi era davvero e si diranno che “era proprio come me e te”.
Nel 1942, nella regione del Telemark, in Norvegia, i tedeschi hanno requisito una fabbrica dove producono ossido di deuterio nel tentativo di costruire la bomba atomica. L’albo racconta la storia di un gruppo di uomini coraggiosi che cercarono di fermarli, sabotando la produzione. E intanto offre uno spaccato della vita, dei dubbi e delle difficil scelte dei tanti scienziati che, da entrambe le parti, parteciparono alla ricerca e allo studio per ottenere l’arma che avrebbe poi messo fine alla seconda guerra mondiale ma aperto nuovi scenari che non tutti condividevano.