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Autore: Annalisa Brunelli

La zuppa dell’orco

Josef vive con i fratelli in un paese poverissimo. I genitori non hanno alcuna intenzione di lavorare e li mandano tutti i giorni alla ricerca di cibo e denaro Quando, per caso, il piccolo scopre che i genitori vorrebbero procurar loro delle menomazioni che possano impietosire la gente, decide di agire. In un crescendo di trovate divertenti, riuscirà a fuggire insieme ai fratelli per ritrovarsi nella casa di un orco. Lasciamo ai lettori il piacere di scoprire come si conclude la storia, pubblicata utilizzando un font adatto anche a chi ha difficoltà di lettura.

Smart

Il romanzo si apre sulla morte di un senzatetto, apparentemente annegato nel fiume. Ma qualcuno sospetta si tratti di un omicidio. E’ Kieran, il giovane protagonista che forse non è bravo a capire le emozioni della gente e a rapportarsi al mondo, ma è un genio del disegno, un osservatore attento e sa bene quanto contino i dettagli. Sullo sfondo di un quartiere disastrato e di una famiglia difficile, con un patrigno violento e una mamma che non sa difendersi, il ragazzino indaga e riuscirà a dimostrare che aveva ragione.

Le tre principesse pallide

C’era una volta un re che aveva tre figlie e che decise di consultare il popolo per sapere chi avrebbe dovuto regnare alla sua morte. Belle illustrazioni per una storia che si ispira alle fiabe classiche, accompagnata da illustrazioni delicate ed evocative.

L’isola del nonno

Syd e il nonno abitano vicini, la chiave di casa è sotto un vaso e il bambino può entrare quando vuole. Un giorno però il nonno propone al piccolo un viaggio che li porterà lontano, su di un’isola affascinante e piena di cose sorprendenti. E’ qui che il nonno ha intenzione di restare. Syd dovrà tornare a casa da solo ma il ricordo del nonno non lo abbandonerà mai. Una storia delicata che riesce ad avvicinare al tema della morte in punta di piedi.

Filololò rema nell’aria

“intorno a un tavolo a parlare di te, alessia. Le chiamano verifiche e hanno la solennità delle convocazioni governative […] proveranno, dunque, ancora una volta, a stimolarti i palmi delle mani, a farti prendere interesse per la tattilità, noi sciamo scettici, ma perché non lasciarli, ancora una volta, tentare? In fondo è come dire che non sei tagliata fuori, che, a vent’anni ti considerano ancora recuperabile, malleabile. Che non sei jun binario morto, da rottamare come le auto euro zero, e con te noi, che invecchiamo facendo finta di niente, arrampicando ancora la salita in bicicletta, orgogliosi di averti figlia, tu – più che un caso da studiare – un mondo da capire, una umana stranezza da decifrare”. Pensieri, ricordi, suggestioni di due genitori.