Di che colore è il vento?
La storia di un viaggio alla ricerca di una risposta difficile: un bambino, immaginiamo sia cieco perché tiene gli occhi chiusi, vuole sapere il colore del vento e lo chiede a tutti quelli che incontra, ottenendone risposte sempre diverse ma che non si escludono l’una con l’altra fino all’incontro con un adulto che sa cogliere il senso profondo della domanda e “prende il libro, il pollice sul margine dei fogli, lascia scorrere le pagine. E il piccolo gigante sente la carezza del vento”.


Attraverso le pagine del diario di Arturo, ragazzino ebreo che scrive fra il 1938 e il 1943, i giovani lettori possono seguire lo sviluppo delle persecuzioni razziali che l’autore ripercorre con un occhio attento a quanto accadeva a scuola. E se Arturo è un ragazzino immaginario, sono invece reali i dettati, le poesie e le regole disciplinari che riporta sul diario, tutte indirizzate verso la formazione di perfetti piccoli fascisti.
Primo di una nuova trilogia, il romanzo racconta di una lega potente che cerca, senza fermarsi davanti a niente, di impossessarsi di libri preziosi, che racchiudono la conoscenza e la memoria di tutta la storia degli uomini, custoditi con estrema cura e segretezza da alcune famiglie dalle origini antichissime. Sono proprio i più giovani discendenti di una di queste famiglie, Auguste e Cesarine, i protagonisti di una storia avvincente e vivace in cui all’azione si intrecciano le relazioni fra i due fratelli e alcuni amici fidati, relazioni che accolgono la diversità come parte delle caratteristiche di ciascuna persona e che fanno della piccola Cesarine, con sindrome di Asperger, una pedina importante e rispettata nelle sue intuizioni, determinanti per la riuscita della loro missione.