Il piccolo principe
La famosa storia del principe bambino e del suo incontro con l’aviatore, riproposta in versione semplificata con facilitazioni di lettura, giochi e attività che consolidano la comprensione del testo.
Reato di fuga
“Poi, un altro giorno, ci si rende conto che il proprio padre è un vigliacco. Si arriva quasi a sperare che sia un assassino, così che la codardia abbia almeno un po’ di senso. Eh, no! Alla fine è solo un vigliacco che si comporta come se non fosse successo nulla. Che non si preoccupa in nessun modo di me, di quello che penso, di quello che sento. Solo lui conta. Conta non andare in prigione, negare l’evidenza. Come i trucchi di un prestigiatore da quattro soldi”. Mentre si dirige a forte velocità verso la casa di campagna in compagnia del figlio quattordicenne, un uomo investe una persona e prosegue la sua corsa. Senza fermarsi, senza cercar di capire cosa è successo. Ma la donna investita, vedova e con un figlio poco più grande, è in coma in ospedale e, al risveglio, non ricorda più nulla. In capitoli alternati la storia viene narrata dal punto di vista dei due ragazzi, in un crescendo di sensi di colpa da parte del più piccolo che sente sempre più forte la necessità di riconoscere la responsabilità di quanto è successo.
Camilla che odiava la politica
“Io farò l’ingegnere e basta. Con questo non voglio dire che non mi occuperò più di politica, perché sarebbe ingiusto, anzi, impossibile. Se c’è una cosa che ho imparato dalle lezioni di Aristotele è questa: quando non siamo da soli, siamo sempre una polis, cioè una piccola città, anche in due, e ognuno è chiamato ad essere ministrum, servo, dell’altro. Nessuno può permettersi di dire “Io non gioco”. Siamo tutti in campo per la stessa partita a tre tocchi: capire, partecipare, servire”. Camilla ha dodici anni e tanta nostalgia del suo papà che ha perso quando aveva sei anni. Arrestato ed accusato ingiustamente si è ucciso in carcere lasciandole dentro una gran rabbia. L’incontro con un barbone misterioso le permetterà di riflettere sul senso dell’impegno del padre, sull’onestà e la necessità di assumersi le proprie responsabilità.
Stella babbo e papà
Quando la maestra annuncia che a breve si svolgerà la festa della mamma a cui ciascuno potrà portare un ospite, Stella si ritrova a dover risolvere un problema: senz’altro i suoi compagni inviteranno le loro mamme “ma Stella ha due papà. Tutti gli altri hanno una mamma, Elio ne ha addirittura due! Stella sarebbe l’unica senza una mamma, alla festa”. La soluzione c’è e la festa sarà un successo. Una piccola storia che riflette una situazione molto più frequente negli Stati Uniti che in Italia ma che, con semplicità e senza intenti didascalici, presenta ai bambini una realtà multiforme in cui tutti hanno spazio.
La chitarra di Django
“Django non sapeva nè leggere nè scrivere, ma come suonava il banjo! […] Non si parlava che di lui e del suo banjo nelle balere di Paris”. Ma un grave incidente lo priva di alcune dita. Sembra che la sua carriera sia terminata ma, con determinazione e costanza, Django si esercita su una chitarra che gli è stata donata mentre era in ospedale. Il ritmo della musica accompagna la storia vera di un grande chitarrista jazz.