Eppure sentire
“Non me lo ha mai chiesto nessuno, tutti sempre impegnati – e accaniti – a farmi sentire quello che sentono gli altri. Nessuno si è mai domandato che cosa sento io. Nessuno, nessuno, nessuno mai mai mai nella mia vita tutta intera. Ora ci senti, Silvia? Catapultarmi nel mondo-degli-udenti. Nessuno mai mai mai ha pensato che il mio mondo del sentire potesse avere un suo valore. Forse non ci ho mai pensato nemmeno io […] penso alla parola compassione. Ora che studio il greco so che compassione, oltre tutte le deformazioni dell’uso, che rendono opaco e offuscato il senso autentico di una parola, dice la disponibilità a stare con l’altro anche nel dolore. Ad abitare la fatica con lui. Mi sembra un dono bellissimo, un dono d’amore. Uno di questi giorni devo dirlo a papà. Devo aiutarlo a riconciliarsi con l’imperfezione di questa sua figlia a cui nulla impedisce la possibilità della bellezza”. Narrato in prima persona da Silvia, giovanissima e determinata, che si ritrova ad un bivio: sorda dalla nascita ha sempre usato apparecchi acustici che le hanno permesso di condurre una vita autonoma. Un incidente però le procura danni all’udito residuo e deve decidere se affrontare l’intervento chirurgico e l’impianto cocleare.
Dati del libro
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Autore/i: Cristina Bellemo
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Editore: San Paolo
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Luogo edizione: Cinisello Balsamo
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Anno: 2017
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Pagine: 163
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