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Mese: Settembre 2018

Da geranio a educatore: frammenti di un discorso possibile

«Se devo essere per sempre un vegetale, allora scelgo di essere un geranio!». L’autore riparte da ciò che fu detto ai suoi genitori al momento della sua nascita e dalla fiducia con cui l’hanno cresciuto. Non una vera e propria biografia né un saggio scientifico, ma un’antologia di esperienze e temi legati alla cultura della diversità che parte dal presupposto che niente va dato per scontato e anche un geranio può educare all’inclusione. Infinite, infatti, sono le potenzialità nascoste da far germogliare e infiniti i percorsi che è possibile intraprendere, quando i semi vengono nutriti con la giusta dose di fiducia.

La differenza invisibile

La storia di Marguerite che ha difficoltà a relazionarsi con le persone, non tollera i rumori e ha bisogno di spazi riservati. Eppure lavora, ha una relazione, vive da sola ed è in grado di gestirsi perfettamente. Stanca di sentirsi inadeguata e fuori posto, comincia a cercare le ragioni delle sue difficoltà. Ottenuta finalmente una diagnosi, si sentirà sollevata e avrà la possibilità di reagire. Un viaggio alla scoperta della sindrome di Asperger e della possibilità di vivere pienamente lo stesso.

 

Nonno Mandela

E’ la figlia di Mandela a raccontare alle nipotine la storia del loro celebre bisnonno, ripercorrendo insieme a loro le tappe che l’hanno portato dalla prigione ailla presidenza del Sud Africa e all’abolizione dell’apartheid.

Disability studies e inclusione: per una lettura critica delle politiche e pratiche educative

Un’analisi dei rapporti tra inclusione e abilismo e tra razzismo e rappresentazione del potere seguita da una riflessione sull’educazione inclusiva fra rappresentazioni, discorsi e culture con un esame dei dispositivi sociali che tendono a conformare tutto ciò che tende a deviare e da una descrizione di pratiche efficaci che possono essere implementate ma anche di pratiche che possono condurre a discriminazioni ed emarginazione.

Genetica e ambiente nella dislessia

Partendo dal presupposto che i DSA hanno una componente genetica fortemente condizionata dall’ambiente, gli autori prendono in esame tali fattori in relazione a scuola, università e mondo del lavoro, sia dal punto di vista scientifico ma anche attraverso testimonianze dirette.